Il Covid-19, che ha costretto l’Italia a una chiusura totale per quasi due mesi per fronteggiare l’emergenza sanitaria, rischia di far saltare il tessuto produttivo e sociale del Paese, che conta già un aumento delle persone in difficoltà economica. L’esecutivo ha così lavorato al decreto “Cura Italia”, una misura economica che prevede uno stanziato 25 miliardi di euro per fronteggiare il coronavirus, intervenendo sul potenziamento del sistema sanitario, sul sostegno all’occupazione e ai lavoratori, sul supporto al credito per famiglie e alle pmi, oltreché sulla sospensione degli obblighi fiscali.
Il decreto ha messo in risalto la fragile unità nazionale che ha caratterizzato le prime ore dell’emergenza. In mancanza di un accordo fra maggioranza e opposizione, e per velocizzare i tempi, il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul Cura Italia anche alla Camera: il dl è calendarizzato per la votazione oggi alle 20.15. Provvedimento analogo era stato posto già al Senato in prima lettura. Il provvedimento si avvia così al voto finale in Parlamento.
La soluzione drastica, ovvero quella di ricorrere alla fiducia, è stata la necessaria conseguenza dopo le accese trattative tra maggioranza e opposizione per individuare un pacchetto di emendamenti su cui non si è trovato accordo. Alcuni partiti all’opposizione, come Fratelli d’Italia, Lega e Noi con l’Italia, hanno dichiarato che si riservano di decidere se praticare o meno ostruzionismo, sulla base dell’accoglimento dei loro ordini del giorno da parte del governo. Una linea un po’ diversa è invece battuta da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che non esclude un ‘no’ a priori sul voto di fiducia e al contempo si esprime favorevole al voto sul Mes – il Meccanismo di Stabilità Europeo – su cui si pronunceranno oggi i capi di governo dei 27 paesi europei al vertice di Bruxelles.
Il governo, puntando sulle riaperture e le misure per la tutela della salute dei cittadini per la Fase 2, oggi ha in programma una riunione con le Regioni, dopo quella avuta ieri con gli enti locali. All’ordine del giorno, oltre all’allentamento delle restrizione per riavviare il Paese sulla base delle indicazioni della task force guidata da Vittorio Colao, si discuterà sull’imprescindibile condizione dell’avvio dei settori messi in ginocchio dalla chiusura delle attività imposte dal dpcm prorogato al 3 maggio: apertura di bar e ristoranti, gestione dei trasporti pubblici e incentivi per il turismo locale.