In un contesto scolastico sempre più digitalizzato, l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia può rivelarsi, talvolta, nocivo, arrecando sensibili disturbi al processo di apprendimento e al comportamento di bambini e adolescenti. La tematica generale che ruota attorno all’applicazione delle tecnologie in ambito educativo, sfugge tuttavia all’osservazione giornalistica, che si rivela talvolta carente e poco interessata all’approfondimento di tematiche che interessano da vicino genitori, insegnanti, adolescenti.
Si tratta di uno dei molteplici aspetti emersi dal convegno nazionale dal titolo “Disturbi dell’apprendimento e del comportamento nella scuola digitale”, svoltosi questa mattina alla Lumsa, organizzato dal Consorzio Universitario Humanitas, con la collaborazione scientifica del Dipartimento Scienze Umane dell’università, dell’Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica del sacro Cuore, dall’unità operativa di Neurospichiatria Infantile dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e della DirScuola Soc.Coop.
Nel corso degli interventi sono state affrontate tematiche relative agli ultimi aggiornamenti sulle procedure didattiche, tecnologiche e riabilitative utilizzate nei disturbi dell’apprendimento e del comportamento, oltre ai disturbi comportamentali emergenti, dai DSA all’autismo, dall’ADHD al cyber bullismo, ipotizzando strategie e procedure di contrasto nella scuola digitalizzata.
“Si tratta di studi recenti, che impegnano il nostro Paese da appena quattro anni – ha detto il direttore scientifico Antonio Augenti” che ha anche sottolineato la necessità di aiutare la persona ad affrontare la nuova realtà digitale.
Al convegno sono intervenuti anche Carmela Di Agresti, , Presidente del Consorzio Universitario Humanitas e James Partington, direttore di Behavior Analyst, presso Stars Clinic in Walnut Creek della California.
Samantha De Martin