Leonardo Mendolicchio è un medico psichiatra – psicanalista, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Riabilitazione DCA all’Istituto Auxologico Italiano di Piancavallo (Verbania). È anche direttore scientifico della Comunità “Lo Specchio” ad Iglesias e della rete “Food For Mind”. Ha parlato a Lumsanews delle cause e delle possibili soluzioni ai disturbi del comportamento alimentare, in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla a essi dedicata.
Dott. Mendolicchio, tenendo presente gli ultimi dati che raccontano un aumento del 30% del fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare, a quali elementi si possono attribuire le cause particolari e in quale modo pensa che la pandemia abbia contribuito a tale aumento?
L’aumento di prevalenza dei DCA è inequivocabilmente legato agli effetti psicosociali legati alla pandemia e al lockdown. Questo periodo ha significato un grave trauma per tutti coloro che presentavano già delle fragilità psicofisiche che sotto i colpi di questo brutto momento hanno esacerbato il proprio malessere psicofisico. In particolar modo gli adolescenti hanno mostrato molte difficoltà e i disturbi alimentari, non dobbiamo mai dimenticarlo, sono la più frequente espressione di malessere tra i giovani. Tuttavia non bisogna dimenticare anche il mondo dell’adultità che ha riversato nel cibo tutte le inquietudini di questo periodo estremizzando i comportamenti alimentari in senso restrittivo o di aumentata voracità.
Pensa che esista una strategia sociale finalizzata a combattere il fenomeno? Se sì, quale? Se no, quale dovrebbe essere?
In Italia c’è pochissima prevenzione su tali disturbi, la formazione di personale specializzato in tali malattie non esiste, ci si affida al pressapochismo o ad eccellenze isolate. È arrivato il momento di metterci la testa e di pianificare la prevenzione, la formazione di personale qualificato e di garantire sul territorio un approccio socio sanitario adeguato.