La pandemia da Covid-19 ha causato diversi problemi a livello psicologico nella società contemporanea. Uno di questi è l’aumento del 30% dei casi nei disturbi del comportamento alimentare. LumsaNews ha contattato la scrittrice Fabiola Le Clercq, presidente e fondatrice dell’associazione bulimia e anoressia.
Come si sta sviluppando ea cosa è dovuto l’aumento di questo fenomeno?
La situazione è ormai conosciuta da tutti. Quello che non si attiva abbastanza è l’assistance call ed è proprio da quando c’è stato il primo confinamento che si è verificato l’aumento. Con meno possibilità di muoversi, distrarsi, fare attività sportiva, vedere i propri compagni e una severa convivenza con i genitori, liti tra loro e con i figli, si sono acutizzate in modo feroce dinamiche che erano già in atto ma camuffate dal modo di vivere.
Quali sono secondo lei i prossimi scenari?
Se era vietato fare assembramenti e lo sarà ancora, non vedo un miglioramento all’orizzonte perché mancano alternative. Infatti noi registriamo un aumento di richieste di cura del 25% rispetto a otto mesi fa.
Come si può combattere questa problematica?
L’unica soluzione possibile è chiedere anche all’intera famiglia di entrare in cura. Con il supporto della famiglia, chi soffre di disturbi può uscire dalla propria condizione di isolamento alimentare, e la famiglia diventa più consapevole delle cause e delle azioni quotidiane da compiere.