Il Partito Comunista cinese trema al suo interno. L’autodenuncia di un cittadino cinese, che ha rivelato ai servizi segreti australiani Aiso informazioni riservate sulle attività di interferenza della Cina in Australia, Taiwan e Hong Kong, apre nuovi scenari sulla trasparenza di Pechino.
Le autorità di Canberra stanno valutando seriamente le accuse dell’agente dell’intelligence militare cinese Wang Liqiang, ora sotto protezione in Australia. Wang ha ammesso pubblicamente di aver “personalmente partecipato a una serie di attività di spionaggio” per conto del governo cinese.
Secondo quanto riferisce il Sydney Morning Herald, una rete di spionaggio cinese ha tentato di far eleggere nel parlamento federale australiano un suo operatore come deputato del partito liberale al governo.
Pechino si difende diffondendo un comunicato in cui afferma che Wang è un “truffatore condannato per una frode ed è latitante”, ma le sue parole lo espongono al carcere se non alla pena di morte per tradimento.