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HomeCronaca Disagio abitativo a Roma: la rinascita della casa con l’autorecupero

Disagio abitativo a Roma
La rinascita della casa
con l'autorecupero

Le amministrazioni ignorano i progetti

Una decina gli edifici recuperati

di Valerio Toma19 Ottobre 2017
19 Ottobre 2017

A Roma si sta giocando una partita nazionale: quella della precarietà abitativa. Sono tante le famiglie che aspettano una casa da anni. Da 50 anni le amministrazioni non riescono a trovare delle soluzioni concrete. Tra i progetti proposti dai movimenti per la casa c’è l’autorecupero: ovvero il recupero del patrimonio immobiliare già esistente. Si tratta della “rinascita” di edifici vuoti e abbandonati a se stessi.

Il primo a occuparsene fu Dante Pomponi, assessore alle periferie con delega all’autorecupero della seconda giunta Veltroni. Nel 2006 il sindaco Alemanno ha eliminato la delega e l’ufficio relativo. «C’erano due progetti già partiti, già finanziati. Ma Alemanno preferì pagare le penali alle ditte, che avviare i progetti.».

Una situazione che non si è sbloccata con la giunta Marino. «Nonostante ci fossero delle personalità che conoscevano la situazione, come il vice sindaco Gieri. Non hanno minimamente provato a recuperare in tempo i danni fatti dall’amministrazione Alemanno», dichiara Pomponi.

A Roma sono una decina gli autorecuperi, alcuni finiti, atri ancora in corso. Le esperienze passate hanno dimostrato che è possibile rimettere sul mercato gli alloggi con un prezzo calmierato. Da un lato gli edifici pubblici sono affidati a delle cooperative, che svolgono dei lavori interni per recuperare l’immobile. Dall’altro il comune concede un canone agevolato ai residenti.

«Noi non facciamo attività speculativa. Il Comune risparmia e mette meno risorse. A Roma abbiamo fatto autorecuperi con 400 euro a metro quadro», dichiara Massimo Pasquini segretario nazionale di Unione Inquilini.

Pasquini denuncia l’immobilismo della Capitale nonostante ci siano leggi, che permetterebbero di avviare progetti di questo tipo. E’ un esempio la norma “Sblocca Italia”. In particolare il comma 1 dell’articolo 26, che riguarda gli immobili pubblici inutilizzati. I comuni possono chiedere all’agenzia del demanio l’uso di strutture per l’edilizia pubblica. Un punto di partenza per l’auto recupero di edifici in disuso. Ma a Roma la legge non è mai stata applicata. Eppure esiste da tre anni.

Per Pomponi è necessario aprire una stagione di riflessione con i movimenti per la casa. «Devono rilanciare questo tema dell’auto recupero e rilanciarlo con forza tra le varie soluzioni del disagio abitativo».

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