Dopo quasi trent’anni si profila una mezza rivoluzione per il calcio sulla pay tv in Italia. Nel 1993 infatti Tele+ trasmise le prime gare in diretta a pagamento, con un anticipo di serie B e un posticipo di A. Nel 2003, proprio dalla fusione tra Tele+ e Stream, nacque Sky, che ha sempre trasmesso il maggior numero di partite, nonostante la breve concorrenza di Gioco Calcio e l’avvento poi di Mediaset sul digitale terrestre e, da tre anni, di Dazn. Oggi l’intero campionato è ormai stabilmente in diretta satellitare, spalmato su più giorni e in tantissime fasce orarie differenti (dalle 12 alle 15, dalle 18 alle 20:45). Quest’anno potrebbe maturare però un ribaltamento degli equilibri.
Oggi i club di serie A voteranno infatti le offerte di Sky e Dazn per trasmettere il campionato nel triennio 2021/24, oltre ai diritti tv internazionali. Sky ha offerto 750 milioni di euro più 70 milioni per il canale della Lega ma l’Autorità Antitrust ha deciso che, fino a maggio 2022, il network satellitare non potrà avere partite in esclusiva su Iptv. Dazn, affiancata da Tim per una migliore copertura, ha offerto 840 milioni per la trasmissione del campionato in streaming con sette gare in esclusiva più altre tre in co-esclusiva.
La Lega di Serie A, per l’attribuzione, ha bisogno della maggioranza qualificata di 14 voti su 20. Gli schieramenti al momento vedono undici club (Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Hellas Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese) pronti a votare a favore di Dazn, gli altri (Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino) in attesa di valutare l’evoluzione della situazione.
Il presidente Massimo Ferrero, nel canale tematico della Sampdoria, aveva lanciato un appello: “Non ho niente contro Dazn ma penso che non sia pronto. Sky ci accompagna da 18 anni, si deve trovare un accordo tra loro, se non facciamo l’accordo con Sky mandiamo a casa due o tremila persone. Non svendiamoci per quattro spiccioli che poi non saranno nemmeno quelli”.
Si avvicina, peraltro, il termine del 29 marzo, giorno in cui le proposte dei due broadcasters per il bando d’asta scadranno, con il rischio che la Lega debba ripartire da zero. Il tempo, dunque, stringe. Se non si arrivasse a decidere tra Sky e Dazn la Lega proseguirà con l’apertura delle offerte degli intermediari indipendenti e con le manifestazioni d’interesse per creare il canale tematico.