Simone Di Stefano è un giornalista professionista, collaboratore di Tuttosport e Ansa, per cui ha raccontato dal vivo le Olimpiadi di Tokyo. Segue da vicino la Lazio, ma anche politica e giustizia sportiva.
Considerati gli attuali disservizi, è possibile una revoca dei diritti tv del calcio assegnati a Dazn a stagione in corso?
“A mio avviso no. La Serie A ha dato l’esclusiva a Dazn del campionato e in quel contratto ci sono clausole che, in caso di revoca, andrebbero rispettate. Sicuramente è vero che la detentrice dei diritti deve garantire degli standard di trasmissione ma è altrettanto vero che, nel caso di una revoca, la Lega dovrebbe onorare penali talmente alte che farebbero diventare l’affare controproducente.
I poteri dati ad Agcom saranno sufficienti o sarà necessario un intervento diretto da parte del Governo?
L’Agcom è un’autorità garante a tutela del consumatore e per questo può monitorare l’operato delle emittenti. A mio avviso, però, essendo in presenza di un contratto tra due enti privati, Lega Serie A e Dazn, è molto difficile immaginare un intervento dell’esecutivo. Saranno eventualmente determinanti penali e risarcimenti.
Dazn avrebbe anche “gonfiato” gli ascolti. Serve maggiore chiarezza su chi è chiamato a misurare questi dati?
Assolutamente sì. Dazn è una nuova tipologia di piattaforma che si confronta con una serie di dati (click, visualizzazioni su più dispositivi) che richiedono un’altra tipologia di misurazione rispetto ai media classici. Si è affidata a una società di ricerca e analisi dati, Nielsen, che assicura l’analisi di più spettri contemporanei e sovrapposti. Forse avrebbe dovuto coinvolgere anche l’Auditel. Altrimenti sembra che un privato voglia imporre i propri dati al cospetto di un mondo che richiede invece numeri oggettivi, messi a disposizione da un ente terzo. Insomma, occorre sicuramente più trasparenza.
Quale potrà essere il futuro di Sky Sport nei prossimi anni dopo la rinuncia ai diritti tv di questo triennio?
Credo che il futuro della fruizione dello sport sia sempre più orientata verso piattaforme come Netflix. Lo sport è sempre stato il punto forte di Sky e ogni volta che ha perso dei diritti importanti ha dovuto riposizionarsi e ripensare il suo futuro. Sicuramente indietro non si torna e quindi credo che per sopravvivere dovrà rivalutarsi e sfruttare le occasioni messe a disposizione dal mercato. Potrebbe reinvestire le somme rimaste in cassa per puntare tutto sulle Olimpiadi di Parigi 2024, dando nuova linfa all’emittente. Resta da capire se Sky si occuperà soprattutto di calcio o se diventerà a tutti gli effetti un canale “All Sports” ma con meno calcio. Sicuramente, a livello strategico, questo triennio senza serie A sarà utile per riflettere su cosa sia meglio puntare.