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Libro inchiesta presentato alla Fnsi, i dirigenti pubblici italiani sono i più pagati al mondo

di Samantha De Martin13 Maggio 2015
13 Maggio 2015

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In Italia i dirigenti della pubblica amministrazione sono quasi 70mila e le loro retribuzioni, nonostante il tetto imposto dal governo Renzi, sono le più alte al mondo. Il giornalista del Messaggero, Corrado Giustiniani, nel suo ultimo volume edito da Sperling&Kupfer, presentato ieri alla Federazione Nazionale Stampa Italiana, definisce questi superburocrati “Dinosauri”, un’allusione evidentemente provocatoria per definire i dirigenti pubblici, “esemplari” giganteschi nel numero quanto nel potere e nelle retribuzioni percepite. Un viaggio inchiesta tra passato e presente nel “far west retributivo” ha consentito al giornalista – per 25 anni inviato speciale del Messaggero – di risalire la vetta, talvolta poco visibile, degli stipendi dei dirigenti, attraverso una serie di fonti: i dati OCSE 2013, i numeri sviscerati dall’ex commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, le ricerche svolte dall’economista Roberto Perotti, e i dati Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni).

Secondo quanto emerso dall’inchiesta condotta da Giustiniani, il capo di gabinetto del Foreign Office (il dicastero del Regno Unito responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero) guadagnerebbe il corrispondente di 150mila euro lordi a fronte dei 240mila di quello della Farnesina, mentre circa 300 dirigenti di regioni guadagnerebbero, in Italia, oltre 350mila euro. Il quadro che emerge è quello di una macchina amministrativa e giudiziaria complessivamente lenta, caratterizzata da sempre meno concorsi e da una scarsa e mal distribuita trasparenza che gravita intorno a cattive leggi, abusi democratici, corporativismi e casi di corruzione, mentre impera l’assenza di razionalità organizzativa nel settore pubblico quanto in quello privato.

«Dinosauri – ha spiegato Corrado Giustiniani riferendosi al titolo del suo libro-inchiesta – è un modo provocatorio per designare i dirigenti pubblici e per stimolare il loro amor proprio, spronandoli a essere propositivi».

L’esigenza di dare corpo a una riforma «dirompente» per 60 milioni di italiani è l’obiettivo del ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Marianna Madia, intervenuta al dibattito alla Fnsi. «Stiamo monitorando nell’implementazione la portata innovativa dell’agenda della semplificazione – ha spiegato il ministro -. Stiamo lavorando alla trasparenza e all’apertura di tutti i lati della pubblica amministrazione cercando di rendere più semplice un Paese che in questi anni si è visto affogare in una eccessiva proliferazione normativa e di regole. L’ obiettivo comune è quello di rendere più agile un Paese che in questi anni, attraverso la complessità, non è stato all’altezza di dare risposte ai bisogni dei cittadini».

Samantha De Martin

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