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HomeCronaca Direzione PD, il giorno dopo Renzi verso le dimissioni rimane l’ipotesi scissione

Direzione PD, il giorno dopo
Renzi verso le dimissioni
rimane l'ipotesi scissione

Renzi lancia una nuova sfida al partito

reazioni politiche da ogni schieramento

di Giordano Contu14 Febbraio 2017
14 Febbraio 2017

Il segretario Matteo Renzi al termine della Direzione del PD al Centro Congressi di via Alibert, Roma, 13 febbraio 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

La direzione nazionale del Pd che si è tenuta ieri ha sostanzialmente confermato le aspettative. La linea politica del segretario Matteo Renzi ottiene la maggioranza dei voti in assemblea. Poi il leader annuncia: «Un ciclo è finito». Pierluigi Bersani per la minoranza si è detto contrario a un congresso lampo, mentre più morbido nei toni ma più duro nella sostanza Gianni Cuperlo, sempre della minoranza interna, che ha sottolineato tutti i possibili rischi «se il capobranco perde l’orientamento».

Dibattito a sinistra. Gianni Pittella, capogruppo Pd in Parlamento europeo, sottolinea oggi che «parlare di scissione nel giorno dell’amore mi sembra un non senso, noi dobbiamo amare il Pd». Già nella serata di ieri infatti si preannunciava la prima defezione. In una intervista Gerardo Greco, conduttore di Agorà Raitre, ha chiesto a Davide Zoggia, deputato Pd che non votò la legge elettorale Italicum, se parteciperà all’assemblea Pd di sabato. «Non ho ancora deciso se andrò» ha risposto Zoggia. Non solo. Sono molte le possibilità che qualche esponente della sinistra Pd possa lasciare il partito. «Le parole di Renzi e i suoi atteggiamenti non fanno altro che alimentare il rischio scissione e implosione nel Pd», ha dichiarato ad esempio Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Mix24 di Giovanni Minoli, che si aspettava le «dimissioni sul tavolo» e una «segreteria di garanzia». Sempre ad Agorà Raitre, David Ermini, Pd, precisava ieri che «il problema è che spesso Renzi è stato visto da molti come un intruso». Intanto questa mattina l’ufficio stampa del Pd ha smentito oggi il virgolettato «seppelliamoli con le loro regole», attribuito a Renzi dal quotidiano il Corriere della Sera.

I Rapporti di forza. In assemblea ieri hanno tenuto i rapporti tra le correnti del Pd. L’hanno spuntata i renziani che detengono la maggioranza con il 45 per cento dei consensi interni. La corrente guidata dal ministro della Cultura Dario Franceschini ne raccoglie il 20 per cento. I cosiddetti Giovani turchi raccolgono il 15 per cento. In un 10 per cento viene invece valutata la corrente di Bersani, mentre altre minoranze si dividono un ulteriore 10 per cento.

Le reazioni. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, è intervenuta ieri su Facebook definendo fallimentare la politica di Renzi espressa nell’Assemblea Pd. «L’Italia è drammaticamente ultima in Europa» per colpa delle «chiacchiere e delle bufale», ma «è una politica fatta solo di favori alle banche e ai poteri forti e di inutili “bonus” sotto campagna elettorale» sentenzia Meloni. Poi la conclusione in pieno stile trumpiano: «Vogliamo elezioni subito per cacciare questi incompetenti e far tornare grande l’Italia».

L’ufficio stampa del PD intanto ha diffuso oggi i dati sull’audience della Direzione Pd: La diretta è stata vista su Facebook da 1,1 milioni di utenti e su Twitter ha superato le 356 mila visualizzazioni.

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