La vita comincia a 50 anni; questa infatti l’età media dei dipendenti pubblici. Lo ha reso noto l’Aran, l’agenzia che si occupa di pubblico impiego, in un rapporto aggiornato del 2015. Nella pubblica amministrazione lo spazio per i giovani under 30 è ridotto ad una fetta pari al 2,7%, l’asticella si alza agli under 35 che sono 6,8%, ma il bilancio è fortemente negativo dal momento che sul totale di circa 3 milioni di dipendenti pubblici, quelli tra i 18 e i 29 anni si fermano a 81.746.
“C’è un problema di ricambio generazionale che, oltre sulla quantità, si riflette anche sulla qualità dei servizi”, dichiara il segretario generale della Confsal Unsa Massimo Battaglia. Per far fronte a questo problema, il consiglio dei ministri ha deciso di riaprire le porte alle assunzioni per evitare il collasso nei comuni in difficoltà, proprio per carenza di personale. Lo sblocco del turn-over dovrebbe arrivare insieme al decreto sugli enti locali alla fine della settimana.
Il sottosegretario della P.a Angelo Rughetti già nei giorni scorsi ha sottolineato come non ci siano più scuse per non allentare una stretta che va avanti dai tempi della Spending Review. Oggi nelle città metropolitane il ricambio è azzerato, nel resto dei comuni è pari al 25%. Si auspica ad arrivare, se non al 75%, almeno al 50%.