Eliminati. Renzi ha deciso di sostituire dieci dei suoi deputati membri della commissione affari costituzionali, che oggi pomeriggio inizierà a votare gli emendamenti all’Italicum. Così il premier tira dritto al suo obiettivo: la riforma della legge elettorale.
Nessuno spazio dunque per i dissidenti: Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D’Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberto Agostini e Marco Meloni. Tutti dovranno lasciare il posto a colleghi di partito che rispettano le decisioni del gruppo e della direzione.
“Grave quanto è accaduto nell’ufficio di presidenza. Io non avrei mai potuto sottoscrivere questa decisione”, ha commentato il capogruppo dimissionario Roberto Speranza e la minoranza, a partire dallo stesso Cuperlo, lo definisce: “un fatto molto serio”, “uno strappo che metterebbe a rischio la legislatura” nel caso in cui Renzi optasse la fiducia. Una decisione che rischia di allargare ulteriormente la frattura interna ai Dem e di inviperire sempre più il clima sull’Italicum. Ma il capo del governo dice: “La maggioranza del gruppo sta con me e non possiamo dare l’immagine di un’armata Brancaleone. In commissione i deputati ci stanno per rappresentare le posizioni del gruppo”.
Nel frattempo i grillini hanno deciso di boicottare i lavori della commissione Affari costituzionali e trovano al loro fianco anche Scelta Civica. Mentre alla festa nazionale dell’Unità, in programma a Bologna dal 21 aprile al 3 maggio, non ci sarà né l’ex segretario del Partito Pierluigi Bersani, né Gianni Cuperlo. Sono i due grandi assenti senza invito a Bologna. La spaccatura tra minoranza dem e renziani appare sempre più insanabile.