PARIGI – Il 7 gennaio 2024 ricorre il decimo anniversario dell’attentato alla sede della rivista satirica francese Charlie Hebdo. Era il 2015 quando i fratelli Chérif e Said Kouachi, appartenenti al gruppo Al-Qaeda, hanno fatto irruzione nella redazione dopo aver preso in ostaggio la disegnatrice Corinne Rey, uccidendo 12 persone e ferendone 11, a colpi di Ak-47.
In Francia “la minaccia terroristica non è mai stata così presente”, tuona il ministro degli Interni francese, Bruno Retailleau, al quotidiano Le Parisien il giorno del decimo anniversario dell’attentato. Secondo l’inquilino dell’Hotel de Beauvau, “nove attentati di matrice islamica, di cui tre contro i Giochi olimpici, sono stati sventati” dai servizi segreti francesi e lancia un allarme: “La Francia potrebbe venire colpita domani”.
Nel numero speciale di Charlie Hebdo di oggi è pubblicato un messaggio: “La voglia di ridere non morirà mai!”. “Abbandonare la satira significa abbandonare una parte di umanità”, scrive il direttore della rivista, Laurent “Riss” Sourisseau. “L’ironia e la satira sono universali. All’estero ci sono ancora persone che ‘sono Charlie’”.
Sulla prima pagina della rivista è stato pubblicato un sondaggio, secondo il quale il 72% dei francesi ritiene che la libertà di stampa, la satira, il diritto di caricatura e di blasfemia sono libertà fondamentali e che bisogna difenderle. “Le persone hanno preso coscienza che queste libertà, che si pensavano acquisite prima del gennaio 2015, sono invece minacciate in tutto il mondo e scoprono di esserne affezionati”, spiega il caporedattore di Charlie Hebdo, Gérard Biard. E aggiunge: “Molti altri diritti sono minacciati. Bisogna battersi per difenderli e il modo migliore per farlo è usarli”.