Soltanto la seconda guerra mondiale ha provocato più danni economici del blocco imposto dal governo italiano per fronteggiare l’emergenza coronavirus. In base ai dati della Deutsche Bank la perdita stimata per il Pil italiano ammonta all’8,7%, una cifra mai registrata dall’Unità d’Italia tranne negli anni che vanno dal 1943 al 1945. Una simile crisi non si era verificata neanche in occasione del primo conflitto mondiale, così come non si era verificata durante la crisi del 1929 e quando nel mondo circolava l’epidemia di Spagnola, che uccise 400mila persone.
Lo stop delle imprese mette in ginocchio l’economia del nostro Paese, come riporta Commerzbank. La banca ha consigliato di abbandonare i Btp – i titoli di Stato italiani – per spostarsi sui Bund o su quelli francesi, considerato che in estate, secondo la Commerzbank, potrebbero diventare “junk”, vale a dire “spazzatura”.
L’allarme della DB e della Commerzbank è in parte confermato anche dall’analisi dell’Istat sul potere d’acquisto. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% in termini reali. Ridotta anche la capacità di spesa, ma in modo più attenuato. Tutto dovuto alla stazionarietà della spesa per i consumi finali. Unico dato confortante la riduzione del rapporto deficit-Pil, confermato all’1,6% nel 2019 rispetto al 2,2% del 2018.
Sono ancora lontane da un convincente rimbalzo le Borse europee, tutte in calo. Milano apre col -1,10%, seguita da Londra (-0,82%), Parigi (-0,69%) e Francoforte, che registra una flessione dello 0,21% nonostante il Pmi tedesco ai minimi storici. Ancora in aumento lo spread, che sale a 196 punti base. In leggera ripresa il mercato dell’oro e del petrolio, mentre continuano a perdere colpi Ferrari (-4%) e Azimut (-3%). Sorride soltanto Atlantia, che registra un aumento complessivo del +3,7%.