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la battaglia decisiva
Ripreso l’edificio della tv

Dentro il centro di Mosul
la battaglia decisiva
Ripreso l’edificio della tv

di Davide Di Bello02 Novembre 2016
02 Novembre 2016

Iraqi soldiers ride on their armored vehicles on the road leads to Mosul, northern Iraq, 31 October 2016. Iraqi forces started their military offensive to recapture Mosul from IS on 17 October 2016. Iraq's second largest city Mosul fell under the jihadist militant group's control in June 2014. ANSA/AHMED JALIL

Rallenta oggi l’offensiva delle forze di liberazione di Mosul a causa del maltempo per problemi di visibilità. Il generale Haider Fadhil afferma che non è prevista per oggi alcuna avanzata e che le forze che avanzano da est rimarranno nelle loro postazioni. Ieri l’esercito di Baghdad da nord è arrivato ai margini della città. “Ora inizia la vera fase di liberazione, il nostro obiettivo è la totale liberazione di Mosul” ha annunciato il numero uno dell’antiterrorismo iraqueno (Cts) Taleb  Chegati al-Kenani.

Le forze irachene, assistite dai peshmerga curdi e dalla coalizione a guida Usa, sono penetrate in città dalla zona orientale di Kharama ed ora si preparano all’assedio anche da ovest. La Nona Brigata dell’esercito avanza inesorabile ed ora è a ridosso della zona occidentale di Mosul, come annunciato dal generale di brigata Yahya Rasul. ”Lasceremo ai jihadisti un corridoio aperto a ovest che sarà il corridoio della morte per loro – ha spiegato il generale – li spazzeremo via con i raid arerei, sarà il loro cimitero”.

Intanto i jihadisti – tra le 5 e le 6 mila unità secondo le stime del Pentagono – si sono barricati sempre più nel cuore della città e la guerra imperversa ora strada per strada e casa per casa. Il pericolo è che i miliziani dell’Isis utilizzino i civili per combattere o come scudi umani. Ieri, come riferisce l’Onu, in 25000 stavano per essere trasportati nel centro di Mosul, prima che l’intervento dei bombardamenti della coalizione impedisse ai camion di arrivare a destinazione. Attivisti anti-isis riferiscono poi che i miliziani abbiano rastrellato numerosi giovani maschi e li tengano ostaggi nelle moschee del centro. Altri 100 , tra civili e ex poliziotti iraqueni sono prigionieri nella antica chiesa di Babd al Bid, nel pieno centro di Mosul.

C’è apprensione per la sorte del milione e mezzo di civili intrappolati nella città. Intanto secondo l’organizzazione umanitaria Norvegian Refugee Council, sono 18mila i profughi che hanno dovuto lasciare la loro casa dall’inizio dell’intervento della coalizione.

La liberazione della città sembra però sempre più vicina. Nell’ultima settimana sono stati 39 i villaggi liberati, ed è stato riconquistato anche l’edificio che ospita la torre tv. L’Intelligence curda è convinta che il califfo Al Baghdadi sia ancora a Mosul e che le sue chance di fuga per la Siria siano ormai ridotte al lumicino. Il presidente americano Obama sottolinea come l‘obiettivo sia vicino, ma anche come questa sia una fase molto dura.

Si registrano però i primi effetti collaterali della guerra, con la notizia data dal Guardian e confermata dalle forze curde sul territorio, dell’uccisione per errore da parte dei raid aerei americani di otto civili di una stessa famiglia di cui tre bambini.

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