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HomePolitica Delmastro condannato a otto mesi. Meloni lo blinda: “Resta al suo posto”. Anm sconcertata

Dalmastro condannato a 8 mesi
per reato segreto d'ufficio
La replica: "Non mi dimetto"

Nordio: "Insieme per riforma giustizia"

Anm: "Dichiarazioni contro democrazia"

di Alessio Sebastiano Corsaro21 Febbraio 2025
21 Febbraio 2025
Delmastro

Andre Delmastro, sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia | Foto Ansa

ROMA – Arriva un durissimo colpo per la tenuta del governo guidato da Giorgia Meloni. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma a otto mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto d’ufficio in merito alla vicenda Cospito. Uno sviluppo del tutto inaspettato per il deputato di Fratelli d’Italia, che ha subito replicato bollando il provvedimento come “una sentenza politica”.

Delmastro: “Un verdetto fondato sul nulla”

In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, Delmastro si è scagliato con forza contro la magistratura, affermando che il verdetto “è fondato sul nulla” e ha rilanciato, sostenendo di “non aver tradito gli italiani” e di essere pronto “a fare appello e cercare un giudice a Berlino”. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il sottosegretario ha infatti sottolineato come la sentenza sia arrivata “dopo tre richieste di assoluzione della Procura”, che il 22 maggio 2023 aveva chiesto l’archiviazione del processo, ritenendo che non vi fosse dolo nella condotta dello stesso Delmastro. A tal proposito, il fedelissimo di Giorgia Meloni ha sottolineato come “il collegio fosse fortemente connotato dalla presenza di Md anche dopo la sostituzione di un componente avvenuta due udienza fa”.

La replica di Palazzo Chigi

La risposta del governo non si è fatta attendere, con la maggioranza che ha fatto quadrato intorno al sottosegretario. La presidente del consiglio Giorgia Meloni si è detta “sconcertata per la sentenza”, ponendo anche un interrogativo sul fatto che il giudizio “sia realmente basato sul merito della questione”. Meloni ha infine affermato che “Delmastro rimane al suo posto”. Sulla stessa linea del primo ministro anche il vicepremier Antonio Tajani, secondo cui è lecito parlare di “una scelta politica finalizzata a dare un colpo alla riforma della giustizia”. 

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro | Foto Ansa

Si riaccende lo scontro tra Nordio e l’Anm

Dichiarazioni di sostegno assoluto anche da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha espresso grande dolore “per una condanna che colpisce uno dei collaboratori più cari e capaci”, aggiungendo di confidare “in una radicale riforma del provvedimento in sede di impugnazione”. Nordio ha poi rincarato la dose sul tema della separazione delle carriere, definendo le riforme della Giustizia come “indispensabili e urgenti”. Immediata la replica del presidente dell’Anm, che ha ammesso un forte “disorientamento nel constatare che il ministro della Giustizia auspica la riforma di una sentenza di cui non esiste altro che il dispositivo. Dichiarazioni gravi e in aperta violazione del principio di separazione dei poteri”. 

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio | Foto Ansa

Schlein: “Dalla premier dichiarazioni eversive”

Sul versante dell’opposizione, la segretaria del Pd Elly Schlein ha parlato di “dichiarazioni tecnicamente eversive” da parte della premier e del sottosegretario, mentre per il presidente del M5S Giuseppe Conte “la principale colpevole di questo grave andazzo è la presidente del Consiglio”. Sulla vicenda è intervenuto, rilasciando un’intervista a La Stampa, anche Walter Verini, uno dei quattro parlamentari del Pd (insieme a Debora Serracchiani, Silvio Lai e Andrea Orlando) che avevano fatto visita in carcere all’anarchico Alfredo Cospisto e che per questo erano stati accusati dal deputato di FdI, Giovanni Donzelli, di “stare dalla parte dei terroristi”. Secondo Verini, “Delmastro deve dimettersi e avrebbe dovuto farlo anche se fosse stato assolto, perché comunque è stato accertato che non avrebbe dovuto passare quelle carte a Donzelli”. 

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