Pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, entra in vigore il “Decretone” con le nuove norme sulle pensioni con “quota cento” e “reddito di cittadinanza”. Conto alla rovescia anche per quanto riguarda i provvedimenti attuativi necessari: 24 norme tra decreti, regolamenti e altri atti ministeriali.
Tagliati dalla squadra del Quirinale due terzi degli emendamenti del decreto legge perché non ritenuti pertinenti: non possono contenere norme estranee per “materia e finalità” all’oggetto principale, ovvero la semplificazione. Tagliati i provvedimenti su xylella, Rc auto e l’esenzione fiscale per gli sfollati di Genova. Il decreto è passato da 82 articoli a 23: eliminate tante integrazioni ritenute disomogenee. Secondo un retroscena di Repubblica, il presidente Sergio Mattarella avrebbe comunicato attraverso il suo ufficio giuridico che il testo presentato non sarebbe mai stato approvato, manifestando la necessità di svariate correzioni.
Il Decretone dovrà muovere i primi passi dal Senato e le norme applicative potrebbero aumentare durante l’iter parlamentare di conversione in legge (sessanta giorni) dopo possibili modifiche previste dalle intese della maggioranza. Ad esempio sulla questione pensioni si stanno già apportando alcune modifiche, a cominciare dall’innalzamento del tetto anagrafico da 45 a 50 anni per riscattare gli anni della laurea. La Lega punta anche a far salire da 30 a 40-45mila euro il limite per l’anticipo della liquidazione degli statali.
In attesa del confronto in parlamento, l’Inps -guidato ancora da Tito Boeri, il cui mandato termina a metà febbraio- e il ministero del Lavoro sono alle prese con la prima grande circolare, quella utile a far partire le nuove flessibilità introdotte: “Quota cento”, la possibilità di andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi; opzione donna, un altro anno di uscita anticipata per le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 di età (59 se autonome); le uscite anticipate a 41 anni per i precoci e 42 anni e 10 mesi per tutti gli altri con una novità: varrà per tutte le nuove pensioni 2019, dal posticipo di tre mesi.
Per reddito e pensione di cittadinanza il tempo per la predisposizione della domanda è di trenta giorni, ma l’Inps potrebbe rilasciarlo anche prima.