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HomePolitica Decreto sicurezza, si vota la fiducia alla Camera alle 17

Decreto sicurezza
si vota la fiducia
protestano le opposizioni

Eliminati 500 emendamenti

Dubbi su restrizione asilo politico

di Laura Bonaiuti27 Novembre 2018
27 Novembre 2018

Voto blindato anche alla Camera sul decreto sicurezza. Dopo il sì del Senato sulla questione di fiducia lo scorso 7 novembre, oggi ci si aspetta lo stesso risultato a Montecitorio. “Ci sono centinaia di emendamenti delle opposizioni, credo 500 o 600″, ha detto Salvini, “serve la fiducia perché o viene approvato entro una settimana, oppure non diventa legge”. I 60 giorni di vigenza del decreto scadono il 3 dicembre e lo stesso Salvini aveva legato le sorti del governo alla sua approvazione.

L’Aula di Montecitorio ha accolto l’annuncio della richiesta di fiducia con un applauso della Lega e del M5S, mentre dai banchi del Pd si levavano grida di “vergogna, vergogna!”. Il deputato del Pd Enrico Borghi ha sottolineato come “questa fiducia venga posta senza ostruzionismo e a fronte del ritiro di tantissimi emendamenti. Ai colleghi di M5S dico: è una fiducia contro di voi”.

L’impianto del testo da convertire in legge prevede alcuni punti controversi. Sul piano della sicurezza urbana, si intensificheranno gli sgomberi degli edifici occupati e saranno messi a disposizione decine di milioni di euro in più per la Polizia di Stato e i Vigili del Fuoco.

Le parti più discusse riguardano tuttavia l’immigrazione. Aumenterà il numero dei reati che faranno escludere i migranti dalla presentazione della richiesta di asilo politico: violenza sessuale, spaccio, furto e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. La richiesta sarà sospesa in caso di condanna già in primo grado, che porterà all’espulsione immediata. I reati in questione sono

Il decreto sicurezza abolisce poi la protezione umanitaria. Revoca la cittadinanza se uno straniero viene ritenuto un possibile pericolo per lo Stato, lasciando un margine discrezionale non del tutto chiaro. Aumenta i fondi per i rimpatri e definisce che i piccoli centri che ospitano i migranti, avvalendosi dello Sprar, non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale.

Non sono previsti scossoni al momento nella maggioranza su questo tema, ma la conferma dovrà venire comunque dall’Aula.

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