Un’iniezione di denaro che non ha eguali nella storia recente dell’Italia. Il decreto Salva Italia del 2011 valeva circa 30 miliardi di euro, la finanziaria lacrime e sangue del Governo Amato (1992) 93 mila miliardi di lire (che oggi varrebbero circa 40 miliardi di euro), ma il decreto “Rilancio” varato ieri dal Consiglio dei ministri vale 55 miliardi. Che in realtà sono 155 con le garanzie per la liquidità alle imprese, per far fronte alle conseguenze economiche del Covid-19 e del blocco delle attività.
Delle somme stanziate, circa 25 miliardi andranno al lavoro e 15 alle imprese. Conte ha detto che è un testo “complesso, con oltre 250 articoli, ma tenete conto che parliamo di 55 miliardi, pari a due manovre, a due leggi di bilancio”, che ora potrà essere migliorato con l’aiuto del Parlamento.
Alle Pmi sostegni a fondo perduto
Gli aiuti pubblici alle imprese sono tra i capisaldi del Decreto: 10 miliardi per le Pmi fino a 5 milioni di fatturato, con contributi a fondo perduto per quelle che hanno subito un calo dei ricavi di almeno un terzo ad aprile. Le imprese fino a 250 milioni di fatturato avranno un taglio del saldo e acconto Irap di giugno che vale circa 4 miliardi; le imprese più piccole da 5 a 50 milioni potranno inoltre ricapitalizzarsi con uno sconto fiscale.
Dall’Inail 403 milioni alle imprese
Nuova dote o fondo perduto di 403 milioni per le imprese dall’Inail. Sarà destinata a finanziare le spese sostenute (o che dovranno affrontare) per l’ acquisto di apparecchiature e attrezzature per l’ isolamento o il distanziamento dei lavoratori, per i dispositivi di sanificazione degli ambienti o i sistemi e strumentazione per il controllo degli accessi “utili a rilevare gli indicatori di un possibile stato di contagio”.
Smartworking: lavorare da casa diventa un diritto
Per chi ha figli sotto i 14 anni, il lavoro da casa (smart working) diventa un diritto. Mentre il divieto di licenziamenti sia individuali che collettivi sale da due a cinque mesi, fino al 23 agosto. I sussidi di disoccupazione in scadenza – Naspi e Discoll – sono prolungati di altri due mesi, dopo i due del Cura Italia.
Cig divisa in tre per renderla più veloce
Si introduce un’importante novità per la cassa integrazione allo scopo di velocizzarla. Tutte le nuove domande dovranno essere indirizzate dalle imprese direttamente all’Inps, comprese quelle per la Cig in deroga affidate sin qui alle Regioni in un iter lungo e complicato. L’Inps anticiperà il 40% di tutti gli assegni entro 15 giorni dalla presentazione della domanda. Il saldo o l’eventuale revoca dell’anticipo (se non dovuto) solo quando le aziende manderanno tutti i documenti. Nulla cambia per le domande in corso o già inviate.