CUTRO – Pene fino a 30 anni per gli scafisti e nuovi criteri per i flussi regolari. Approvato all’unanimità il nuovo decreto migranti. Il Consiglio dei ministri si è riunito a Cutro per contrastare l’immigrazione irregolare e agevolare il flusso di migranti regolari.
Le nuove regole del governo
Pene fino a 30 anni
Il provvedimento più importante del decreto legge riguarda l’inasprimento delle pene per chi favorisce l’immigrazione clandestina. Il decreto, però, non prevede solo un aumento della pena ma l’introduzione di una nuova fattispecie di reato per “morte o lesioni gravi in conseguenza di traffico di clandestini”, che prevede da 10 a 30 anni di carcere. Nello specifico, da 10 a 20 anni per lesioni gravi o gravissime a più persone, da 15 a 24 anni per la morte di una persona e da 20 a 30 anni per la morte di più persone. La presidente del Consiglio ha definito gli scafisti “organizzazioni criminali”, responsabili di tratte di essere umani da interrompere, sostenendo di voler “adottare una politica di maggior fermezza” nei loro confronti.
Flussi fino a tre anni
“L’Italia inoltre riserverà quote di accesso ai lavoratori che provengono dai paesi che collaborano con l’Italia” ripristinando i decreti flussi con criteri e quote triennali, con alcune corsie preferenziali. “Credo che un altro modo per combattere i trafficanti di esseri umani”, ha detto la premier, “sia dare il messaggio per cui non conviene entrare illegalmente in Italia, pagare gli scafisti e rischiare di morire”.
Un reato “universale”
Meloni ha inoltre aggiunto di voler rendere universale il nuovo reato, perseguibile dall’Italia anche se commesso al di fuori dei confini nazionali. La premier vuole «andare a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo».
La norma sul ruolo della Marina militare
Nella bozza del decreto era previsto anche un coinvolgimento della Marina militare, una proposta del Ministero della Difesa. La Marina avrebbe giocato un ruolo centrale nella gestione delle emergenze in mare. Ma, ha spiegato Meloni, “il ministro Crosetto l’ha poi ritirata perché il nostro sistema funziona e c’è un precedente non fortunatissimo sull’utilizzo della Marina, quello di Mare nostrum.” All’articolo 10 del decreto, infatti, la Difesa ha tentato di introdurre una norma che rafforza i compiti della Marina militare sulla sorveglianza marittima. In questo modo, il Ministero avrebbe dato un ruolo importante ai comandanti delle navi da guerra ma Salvini si è opposto, temendo un ridimensionamento del ruolo della Guardia costiera, sotto il suo diretto controllo.
Fredda accoglienza a Cutro
La decisione di svolgere il Consiglio dei ministri a Cutro è stata presa dalla presidente del Consiglio per dimostrare la vicinanza del governo ai morti del drammatico naufragio. Giorgia Meloni, però, non è stata accolta come sperava. La piazza di Cutro, attraversata in auto dalla premier poco prima dell’inizio del Consiglio, era divisa in due. Da una parte un comitato di accoglienza con la bandiera tricolore e bandiere di Fratelli d’Italia esposte per l’occasione. Sul lato opposto della strada, invece, un gruppo di attivisti di alcune associazioni del Cosentino, intenti a manifestare contro la premier con striscioni, cartelli e peluche lanciati contro l’auto blu, con l’obiettivo di ricordare che il naufragio è costato la vita a molti bambini. All’appuntamento non si sono presentate molte persone ma, allo stesso tempo, con megafoni e casse, sono riusciti comunque a farsi sentire.