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Decreto fiscale
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di Simone Alliva25 Ottobre 2016
25 Ottobre 2016

Il riordino comincia dall’abolizione parziale di Equitalia. Il ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, nell’ambito della manovra economica varata venerdì scorso, “scioglie” l’agenzia creata nel 2006 che si occupa di recupero crediti. Il decreto fiscale, pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale, prevede che dal primo luglio 2017 Equitalia smetterà di esistere come spa controllata al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% dall’Inps, trasformandosi in un ente pubblico economico. Si chiamerà “Agenzia delle Entrate-Riscossione”, sottoposta “all’indirizzo e alla vigilanza del Ministero dell’Economia” e monitorata dall’Agenzia delle entrate. La riscossione non scompare, anzi, sarà potenziata con l’accesso a diverse banche dati, tra cui quella dell’Inps. Le due agenzie resteranno per ora separate. Fonderle, come previsto, non era possibile, visto che i contratti degli 8mila dipendenti di Equitalia sono equiparati a quelli dei bancari: entreranno nel pubblico impiego, mantenendo ruolo e trattamento economico, previa “procedura di selezione”.

La vera novità è nell’accentramento in mano al premier: sarà infatti la Presidenza del Consiglio a varare il nuovo statuto di Equitalia che deciderà la governance e le entrate dell’ente: dall’aggio alle sanzioni. Ma non è l’unica novità del cosiddetto “assestamento 2016”.  Ci sono 700 milioni di euro dati al trasporto pubblico in Campania e Molise. Un articolo è dedicato alla cosiddetta “Emergenza migranti”: i sindaci che si rendono disponibili per il “piano di riallocazione” dei richiedenti asilo riceveranno 500 euro a profugo accolto fino a un massimo di 100 milioni. Quasi 600 milioni, che quest’anno non sono stati spesi per tutelare gli “esodati” (chi, dopo l’aumento dell’età deciso dalla legge Fornero, si ritrova senza lavoro né pensione), finiscono al Fondo con cui si pagano gli ammortizzatori sociali e la Cassa integrazione in deroga. Infine, la trasmissione dei dati Iva diventa trimestrale, e salta la flat tax al 35% sull’emersione del contante (la cosiddetta norma Salva-Corona), dopo l’allarme e le polemiche sull’utilità e la trasparenza della voluntary disclosure.

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