Sconcertanti sviluppi nella vicenda dell’omicidio del giornalista slovacco Jan Kuciak, ucciso per le sue inchieste sulla criminalità organizzata. Questa mattina sono finiti in manette l’imprenditore italiano Antonino Vadalà, il fratello Bruno e il cugino Pietro Catroppa. Secondo i media slovacchi, la polizia ha fatto irruzione stamane negli appartamenti dell’imprenditore a Michalovce e a Trebisov nell’est del Paese.
Il capo della polizia slovacca Tibor Gaspar, ha confermato che la pista principale seguita nelle indagini è quella della criminalità organizzata. “Dello sviluppo dell’inchiesta informeremo nel corso della giornata” ha riferito all’agenzia Tash, Martin Waldl, del presidio della polizia.
Kuciak era stato trovato ucciso nel suo appartamento insieme alla fidanzata lo scorso 22 febbraio. Il giornalista ha firmato numerose inchieste sulla corruzione nel suo Paese, e anche sulle quattro famiglie calabresi, ritenute coinvolte nelle attività della ‘Ndrangheta, Vadalà, Cinnante, Rdà e Catroppa, che nell’est della Slovacchia svolgono attività imprenditoriali, soprattutto dell’agricoltura.
Il reporter aveva inoltre rivelato i legami dell’imprenditore Vadalà con l’assistente del premier Robert Fico, Maria Troskova, e il segretario del consiglio di sicurezza, Vilian Jasan, i quali si sono poi dimessi dai loro incarichi.
“Il giornalismo d’inchiesta è ossigeno per la democrazia. Quando muore un giornalista d’inchiesta c’è qualcosa che non funziona in quella democrazia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Marco Minniti commentando a “L’aria che tira” su La7 l’omicidio di Kuciak. Il ministro ha aggiunto inoltre che “le mafie sono così potenti da colpire anche all’estero e in questa campagna elettorale sono sottovalutate”.
“La Rai riprenda l’inchiesta sulla ‘Ndrangheta che stava conducendo il giornalista slovacco e la porti a compimento per svelare le trame a base di criminalità e affari sporchi”. Questa è la proposta formulata alla nostra emittente di Stato dall’Usigrai, il sindacato giornalisti.