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Decapitato Pd romano, Partito democratico allo sbando per le elezioni

di Leonardo Rossi22 Aprile 2013
22 Aprile 2013

Tempesta perfetta nel Partito Democratico romano. Quasi come un riflesso della burrascosa situazione nazionale, anche il Pd capitolino è andato a sbattere. Il dramma va in scena il 23 aprile quando la segreteria di Marco Miccoli viene decapitata dalla commissione di garanzia guidata da Alberto Tanzilli che ha dichiarato decaduti 13 membri della segreteria in tutto. Il motivo? Una norma relativa all’incompatibilità tra la carica di parlamentare e ruoli di direzione politica, prevista dallo statuto.
La decisione ha lasciato il partito senza guida politica a un mese dalle elezioni comunali. Secondo quanto prevede lo Statuto la palla è in mano al presidente dell’assemblea del Pd Roma, Eugenio Patanè. A lui spetta decidere se e quando convocare l’assemblea per procedere all’elezione di un nuovo segretario.
Non è una situazione facile e i dirigenti cercano di evitare una figuraccia. «Apprendo dalla stampa l’assurda situazione del Pd romano» ha detto il segretario del Pd Lazio, Enrico Gasbarra. «Invito tutti al senso di responsabilità – ha continuato -, abbiamo una campagna elettorale da svolgere, un partito da sostenere e il sindaco Marino da far vincere. Le divisioni e le lotte interne non possono avere spazio». Continua il comunicato di Gasbarra: «La presentazione delle liste affidata con delega notarile al segretario romano deve essere portata avanti. In giornata – conclude il segretario – convocherò il segretario e il presidente».

«La disgregazione del Pd, sia a livello nazionale sia locale, è ormai evidente» Lo dicono, in una nota, il senatore del Pdl Francesco Aracri e il consigliere di Roma Capitale, Roberto Angelini. (LZ). «Ma è sempre più evidente anche l’ormai radicato modus operandi, fatto di ritorsioni interne e faide di partito. Una su tutte quella che ha lasciato fuori dalle primarie e dalle liste municipali il consigliere comunale Fabio Piattoni. Perchè? Dicono, da fonti interne, perchè Piattoni avrebbe ‘osato’ criticare i vertici locali di partito». Gli esponenti del centrodestra romano accusano il Pd di aver voluto silenziare un «consigliere scomodo visto che negli ultimi 3 anni si è occupato di questioni scottanti per ambienti vicini alla presidenza e alla Giunta Pd? Miccoli, Tanzilli, Campana, Ciarla, Chiolli seguano l’esempio di Bersani: si dimettano in tronco».
Il candidato sindaco, Ignazio Marino, cerca di gettare acqua sul fuoco. «Non temo uno spostamento di voti per quello che succede a livello del Pd nazionale. Anche perché mentre io sono in giro a capire i problemi reali della città il sindaco Alemanno si preoccupa di distribuire le ultime poltrone rimaste di Ama, Atac ed Eur Spa». Lo ha detto Ignazio Marino a margine di una visita al parco della Madonnetta.
«L’arguzia dei cittadini romani mi ha suggerito che forse Alemanno ha un contratto con un tappezziere, perchè ha molte poltrone da distribuire prima di andarsene» ha ironizzato Marino che poi, tornando a parlare del Pd, ha aggiunto: «Non mi voglio occupare di beghe non giustificate. Non mi appassionano e credo che neanche ai romani interessino».

Leonardo Rossi

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