La data ancora non c’è. E anche per conoscere le modalità di voto bisognerà aspettare il 29 ottobre. Ma si possono già escludere modifiche al regolamento del Senato. Sono queste le novità sulla vicenda della decadenza di Silvio Berlusconi, dopo la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama e la riunione della giunta per il Regolamento.
Se il voto sarà palese o segreto non si sa. Quel che è certo è che la polemica è già scoppiata.
Pdl: “Barbarie”. Queste le parole di Daniele Capezzone: “Se il Pd insisterà per il voto palese, sceglierà la via della barbarie”. Anche Fabrizio Cicchitto si mostra preoccupato: l’opzione del Pd per il voto palese “è del tutto destituita di fondamento e ci auguriamo che venga vanificata dagli approfondimenti di tecnica costituzionale che non possono non essere fatti in quella sede”.
Pd: “Non si cambiano le regole in corsa”. “Non trovo giusto modificare le regole per una persona, penso sia sgradevole e chi insiste su questo onestamente non dà grande prova di confidenza con la politica, perchè inevitabilmente rischia di essere annoverato tra i giustizialisti”. Lo ha ribadito Francesco Boccia, deputato del Pd e presidente della Commissione Bilancio della Camera, durante la trasmissione Omnibus, su La7, sottolineando la sua presa di distanza rispetto alla posizione assunta dal suo partito, favorevole al voto palese al Senato quando verrà decisa la decadenza di Berlusconi. ”Non si cambiano le regole solo perchè questa volta tocca al tuo avversario. Poi una forza politica ha il dovere di chiarire da che parte sta e come vota”. E osserva: ”Modificare le regole in corsa è una tentazione in cui si cade spesso, a causa del livello di barbarie e di conflittualità in cui versa il sistema politico italiano”.
Il presidente dei senatori democratici, Luigi Zanda, al termine della Giunta che rinvia la decisione al 29 ottobre cerca di smorzare le polemiche, affermando che “la decisione si prenderà sulla base dell’analisi del regolamento” ma subito dopo precisa che “se mi chiedete se in decisioni di questa natura sia meglio il voto palese o il voto segreto, la mia personale risposta – conclude Zanda- è che il voto palese garantisce in modo migliore la trasparenza delle decisioni”. Il candidato alla segreteria del Pd, Gianni Pittella, dice di volere il voto palese, “perché ciascuno si assuma le proprie responsabilità e non si decida nell’ipocrisia del voto segreto”.
Palesi grillini. Il Movimento 5 Stelle alla Giunta del regolamento del Senato ha proposto di concludere, con un’interpretazione da fare entrare immediatamente in vigore, che “le deliberazioni dell’Aula sulle proposte della giunta in materia di verifica dei poteri siano sottoposte alla disciplina generale” relativa ai modi di votazione e “pertanto debbano essere votate in maniera palese”.
Lorenzo Caroselli