L’Italia continua a far parte della lista dei Paesi dell’Unione Europea con squilibri macroeconomici eccessivi, assieme a Cipro e Croazia. Troppo alto il debito pubblico, a fronte di una produttività ancora poco competitiva. Il tutto in un contesto di alta disoccupazione, di sofferenze bancarie e, adesso, con l’incognita del nuovo governo. Con il possibile avvento dei partiti euroscettici. La decisione della Commissione è arrivata ieri, complici anche le stime di Eurostat, che nel quarto trimestre 2017 hanno confermato per l’Italia un +0,3% del pil. La metà rispetto alla crescita dell’Eurozona. Peggio di noi solo Grecia e Croazia, ferme al +0,1%.
Il secondo dato che emerge dal rapporto invernale della Commissione è il rischio-contagio. I problemi economici dell’Italia, senza un intervento tempestivo, potrebbero dunque espandersi agli altri Paesi della zona euro. Per questo il vicepresidente della commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha lanciato un messaggio alla classe politica italiana. “Per l’Italia, che ha il secondo debito pubblico più alto dell’Ue – ha detto – è importante che si resti sui binari di una politica di bilancio responsabile”. E a proposito delle misure proposte in campagna elettorale da partiti come Lega e Movimento Cinque Stelle, Dombrovskis ha sottolineato come sia “importante non creare aspettative negative sui mercati”.
Al momento la Commissione non ha comunque intenzione di lanciare una procedura d’infrazione contro l’Italia. Anzi, come ha confermato il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici, c’è piena fiducia in Sergio Mattarella, perché darà al Paese un “governo stabile che confermerà il suo impegno europeo”. Oltre alla presentazione del programma nazionale di riforma, il prossimo step sarà il giudizio definitivo sulla Legge di stabilità 2018.
Interpellato dal Corriere della Sera, il responsabile economico della Lega Armando Siri non si è detto preoccupato. “Non dobbiamo essere spaventati dai mercati – ha spiegato – né dalla lezioncina che ci arriva di volta in volta da Bruxelles”. Secondo Siri, il programma della Lega è “completamente rivolto alla crescita, attraverso investimenti pubblici” che comporteranno “più consumi”. Far calare debito e deficit tramite un impulso ai consumi. Una strategia simile a quella presentata da Andrea Roventini, ministro dell’Economia del “governo ombra” dei Cinque Stelle, al Sole24Ore la settimana scorsa.