È tornato. O forse non è mai andato via. Nei sui 88 anni ha rivestito molti ruoli istituzionali: da rottamatole della prima Democrazia Cristiana nel 1957, ad avversario di Craxi. Ciriaco De Mita è oggi uno degli esponenti di punta del No alla riforma costituzionale promossa dal suo ex pupillo Matteo Renzi.
Da Presidente del Consiglio, ad ideatore della corrente di sinistra della Dc, De Mita è sempre stato orgoglioso delle sue umili origini che omaggia con una parlata inconfondibile, che negli anni è divenuta quasi un vezzo. Negli ultimi mesi, l’ex segretario della Democrazia Cristiana si è schierato apertamente per il “No” al referendum. «Italicum è la fine della democrazia parlamentare e l’inizio del governo del capo», sostiene. «La riforma garantisce la sicurezza di chi vince, ma si disinteressa della legittimità del governo», chiosa.
De Mita sembra non apprezzare neanche il rapporto con il dissenso che caratterizza il primo ministro. Rifiuta il ruolo di mentore di Renzi che molta stampa gli affibbia e oggi lo sfiderà in diretta tv (ore 22,30; La7) sulla questione referendaria. “L’intellettuale della Magna Grecia” propone un ritorno al passato: «una legge elettorale proporzionale e coalizione come ai tempi di De Gasperi». Secondo De Mita, le coalizioni, non hanno mai influenzato, e non influenzeranno la vita politica italiana.