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De Luca può insediarsi in Campania, reintegrato dal tribunale nelle sue funzioni

di Samantha De Martin03 Luglio 2015
03 Luglio 2015

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«Rifarei tutto fino all’ultima virgola, per me è stato come inerpicarmi sulle montagne per andare a combattere la Resistenza come fecero i nostri partigiani». All’indomani del verdetto emesso dal Tribunale di Napoli che riconsegna alla Campania il suo governatore, Vincenzo De Luca commenta con entusiasmo il primo round della vittoria contro quanti avevano tentato di vanificare il risultato elettorale alle elezioni regionali campane. Il neo presidente della Regione, reintegrato dal tribunale nelle sue funzioni, potrà insediarsi a palazzo Santa Lucia, costituire la giunta regionale e partecipare, il 9 luglio, alla seduta di insediamento del Consiglio regionale della Campania, inizialmente prevista il 29 giugno e poi slittata per le questioni legate alla sospensione del neo presidente.

La prima sezione civile ha, infatti, scongelato l’efficacia della sospensione disposta in base alla Severino – legge che affida al governo il compito di redigere disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione – in attesa della discussione del ricorso d’urgenza presentato da Lorenzo Lentini, Giuseppe Abbamonte e Antonio Brancaccio, legali del governatore. Tuttavia la strada di De Luca si prospetta ancora ricca di insidie: la prima si presenterà già il 17 luglio quando si terrà l’udienza di merito davanti alla prima sezione civile; poi ci saranno da affrontare i ricorsi che le opposizioni hanno già presentato e ancora l’esito della Corte Costituzionale, previsto per il 20 ottobre, sulla legge Severino che, per molti giuristi, presenta evidenti profili di incostituzionalità. Ostacoli che non sembrano preoccupare, tuttavia, l’ex segretario provinciale del vecchio Pci, nonché ex sindaco di Salerno, consapevole di aver «rispettato rigorosamente tutte le leggi dello Stato». È necessario – attacca il governatore della regione Campania – espellere dalla vita pubblica ladri e tangentisti, ma è altrettanto utile tutelare a pieno, nella loro dignità e nel loro lavoro, quanti continuano ad assumersi responsabilità per cambiare il Paese, realizzare opere, creare lavoro».

Parlando, poi, di alcuni aspetti della legge Severino l’ex sindaco di Salerno ha insistito sul grave ritardo del Parlamento e sulla necessità di correggerne alcuni elementi: «Non è una legge uguale per tutti gli italiani: vale per i sindaci e i pubblici funzionari e non per deputati, senatori e membri del Governo».

Da Maurizio Gasparri a Mara Carfagna, non mancano le reazioni del centro-destra, compatto nel sottolineare l’imparzialità della legge Severino. La deputata di Forza Italia ed ex ministro per le Pari Opportunità del governo Berlusconi, Mara Carfagna, dichiara che la legge «si è dimostrata una norma per colpire solo Silvio Berlusconi». In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex ministro ha puntato il dito sull’accerchiamento del quale, a suo giudizio, è vittima l’ ex premier.

Si congratula, invece, con De Luca l’europarlamentare Pd Gianni Pittella: «Finalmente può governare e cambiare in meglio la Campania. Una vittoria per tutti. La decisione del Tribunale di Napoli riconsegna serenità ai cittadini della Campania. Al governatore Vincenzo De Luca, il compito di avviare velocemente la legislatura. Dopo una settimana di stucchevoli polemiche a distanza, partirà il nuovo corso anche del consiglio regionale».

Più duro il commento del leader della Lega, Matteo Salvini: «Solo in Italia i condannati possono governare le Regioni».

Samantha De Martin

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