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Mattarella evita De Luca dopo gli attacchi a Rai3. Viale Mazzini annuncia querele

di Roberto Maria Rotunno29 Settembre 2015
29 Settembre 2015

C’è un governatore condannato per abuso d’ufficio che dà dei «camorristi» ai giornalisti d’inchiesta e – forse proprio per questo motivo – viene evitato dal capo dello Stato durante una manifestazione pubblica; c’è un presidente del Consiglio che fa battutine sugli ascolti dei talk show e c’è pure una commissione Vigilianza in Parlamento che bacchetta il direttore di rete. Che Rai3, o se preferiamo TeleKabul, non piacesse a Berlusconi e a tutti gli esponenti del centrodestra è un fatto abbastanza scontato. Che ora sia salito sulle scatole anche a Matteo Renzi e a buona parte del Partito democratico è certamente una notizia. Insomma, non si possono certo paragonare gli editti bulgari alle posizioni espresse in questi giorni dai renziani circa la terza rete, ma poco ci manca. Andando con ordine: Lunedì 21 settembre, durante una direzione Pd, il premier ha attaccato – tra gli altri – il talk show Ballarò, in onda ogni martedì e condotto da Massimo Giannini. «Fanno meno ascolti della replica di Rambo». Domenica, invece, il governatore della Campania Vincenzo De Luca decide di spararla grossa: «Fa atti di camorrismo giornalistico», ha dichiarato lamentandosi di presunte interviste spezzettate da parte di Report. Ieri viale Mazzini ha annunciato querele contro l’ex sindaco di Salerno e solo in serata il vicesegretario democratico Lorenzo Guerini ha preso, sebbene timidamente, le distanze dalla pesantissima accusa: «Non condivido le parole di De Luca – ha detto in un comunicato – che reputo sbagliate». Ben più disinibita è stata la replica del Movimento Cinque stelle che definisce «vomitevole» l’attacco ai cronisti.
Ma la vera reazione che non passa inosservata è quella del presidente della Repubblica: ieri all’inaugurazione dell’anno scolastico non è sfuggito proprio a nessuno come Sergio Mattarella abbia evitato di salutare Vincenzo De Luca.
Tra tutti questi avvenimenti, merita pure una citazione la convocazione del direttore di Rai3 Andrea Vianello, ex conduttore di Agorà, in commissione Vigilanza che gli ha contestato le interviste di non uno ma ben due grillini durante Ballarò. Uno era Luigi Di Maio, in quanto vicepresidente della Camera, l’altro era Alessandro Di Battista, sentito per parlare della futura leadership dei pentastellati.
Una situazione che forse meglio di tutti ha riassunto la direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer che ha spiegato al Corriere della sera come la storica collocazione a sinistra della terza rete venga troppo superficialmente confusa, da parte dell’attuale dirigenza del Partito democratico, con una linea acriticamente filogoverntiva.

Roberto Rotunno

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