Abu Dhabi è certamente una meta insolita per un concerto di Francesco De Gregori, che, con la sua esibizione del 10 novembre scorso, ha registrato il tutto esaurito nel campus della capitale.
Nel teatro della New York University sono stati 700 gli spettatori che hanno seguito il concerto.
A portarlo per la prima volta ad esibirsi negli Emirati Arabi Uniti è stato Claudio Corbino. L’imprenditore catanese, con la sua Associazione Diplomatici, ha portato nel campus della capitale 500 studenti, italiani e non, per la quinta edizione di “Change the World Model”, la simulazione dell’attività dell’Onu.
Il Principe ha chiuso i lavori di simulazione con un concerto dedicato agli studenti italiani del CWMUN e alla comunità italiana negli Emirati. Ma, ancor prima del concerto, proprio una citazione presa da “Arlecchino”, una sua canzone del 1974, ha chiuso i lavori: “Anche questo, in fondo, è libertà”. Terminando così il cerchio che si era aperto con la domanda iniziale: “Cosa significa realmente essere liberi?”
Lo spettacolo si è aperto tra gli applausi a “Raggio di sole” ed è stato poi un viaggio attraverso le grandi canzoni che hanno segnato la lunga carriera di De Gregori. Con lui sul palco la band, senza batteria, che lo ha accompagnato nei 29 concerti del precedente tour.
Francesco De Gregori è considerato anche all’estero uno dei più autorevoli autori e cantanti della storia della musica italiana. Ha pubblicato, dal 1972, dozzine di album riscontrando diversi successi in Italia e all’estero e ottenendo numerosi riconoscimenti ufficiali e tutti i più importanti riconoscimenti musicali italiani. È conosciuto come “Il Principe dei cantautori” per l’eleganza dei suoi testi e viene spesso indicato come cantautore e poeta, anche se preferisce essere identificato semplicemente come “artista”.