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De Gennaro, Cantone e Renzi lo difendono: «E’ stato assolto, piena fiducia»

di Alessandro Testa10 Aprile 2015
10 Aprile 2015

Giovanni_De_GennaroResta al suo posto il presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone – già magistrato anticamorra – hanno confermato piena fiducia nell’ex “superpoliziotto”, nominato al vertice dell’industria di Stato dal governo Letta. Non molla però la presa Matteo Orfini, presidente del Pd (in quota “minoranza”), che aveva chiesto le dimissioni di De Gennaro subito dopo la sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo che aveva condannato l’Italia per non aver punito gli esecutori materiali del pestaggio a causa della mancanza del reato di tortura nel codice penale (la più blanda accusa di lesioni è infatti caduta in prescrizione durante lo svolgimento del processo).

Cantone. Già in mattinata, con un’intervista ad Agorà (su Rai Tre), Cantone aveva difeso la posizione del manager: «Gianni De Gennaro è stato indagato e assolto – ha detto – Quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera». Non mi piace, ha aggiunto «l’idea che si possa utilizzare questa vicenda bruttissima, una delle peggiori immagini dell’Italia all’estero, per “tirare” sulla polizia, che spesso è la parte più popolare del Paese».

Renzi. Gli ha fatto eco in giornata il premier Renzi, in missione a Malta per incontrare il suo omologo Joseph Muscat: «Il governo – ha affermato – non ha alcun dubbio sulla qualità e la competenza» di De Gennaro. Ciò che è accaduto, ha aggiunto il leader democratico, «attiene ad una pagina nera della storia del nostro Paese, ma se vogliamo affrontarla guardando al futuro la cosa più logica credo sia introduzione del reato di tortura. Mi piacerebbe però che si parlasse anche della responsabilità della politica».

Il reato di tortura. La richiesta della Corte e di Renzi è stata accolta ieri pomeriggio dalla Camera dei Deputati, che con 244 voti favorevoli, 50 astenuti e 14 contrari ha votato a favore dell’introduzione del reato di tortura. Il testo, che ora dovrà tornare al Senato per l’approvazione definitiva, prevede una pena da 4 a 10 anni di reclusione, che diventa da 5 a 15 se commessa da pubblici ufficiali che abusano dei loro poteri. In caso di gravi lesioni le pene sono aumentate di un terzo, di due terzi in caso di morte non voluta. Ergastolo se la morte è invece provocata intenzionalmente. I pubblici ufficiali che istigheranno altri pubblici ufficiali a commettere tortura – in pratica, i superiori – rischieranno anche loro una pena compresa tra 1 e 6 anni.

Il G8 di Genova. Amico di Giovanni Falcone e direttore della Direzione Investigativa Antimafia (Dia), De Gennaro ha avuto una luminosa carriera nella polizia, di cui divenne capo nel 2000. Il suo prestigio è stato però minato da quanto avvenne nel luglio 2001 al G8 di Genova, in seguito al quale è stato processato con l’accusa di aver indotto a testimoniare il falso l’ex questore di Genova Francesco Colucci. Discordanti le sentenze: De Gennaro è stato assolto dalla Cassazione «perché il fatto non sussiste», ma Colucci è stato condannato in via definitiva proprio per aver testimoniato il falso a favore di De Gennaro.

Alessandro Testa

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