Palazzo Madama, tra gli applausi scroscianti del centrodestra, ha cassato il ddl Zan. La politica si divide e non mancano le accuse incrociate tra Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle sui franchi tiratori che hanno sabotato l’approvazione del testo. Il voto segreto di ieri sulla “tagliola” proposta da Lega e Fratelli d’Italia, infatti, sta creando lacerazioni all’interno della maggioranza e dei partiti.
Nel centrosinistra erano convinti di avere i numeri per vincere. Alla fine, però, a conti fatti sono mancati all’appello sedici senatori. Il segretario del Pd Enrico Letta ha detto che si è scelto di “riportare indietro il Paese”. Tuttavia le divisioni interne ci sono e il senatore dem Andrea Marcucci è convinto che l’errore è stato politicizzare la legge.
Per Alessandro Zan, padre del ddl, quello che è successo a Palazzo Madama rende evidente che Italia Viva “si è messa a flirtare con la Lega e il centrodestra mentre Forza Italia ha fatto le prove tecniche per le elezioni del Quirinale”.
Il partito di Matteo Renzi respinge le accuse. La ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, sostiene che “non sono stati i voti di Iv a mancare”. Il capogruppo del partito, Davide Faraone, intervistato a Radio Anch’io, ha avvisato che con questo atteggiamento “si andrà a sbattere anche sulla scelta del prossimo Capo dello Stato”.
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, esulta e accusa gli alleati di governo: “Sconfitta l’arroganza di Letta e Movimento 5 Stelle”. Critiche al Pd anche dal vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani: “Letta all’ultimo minuto ha balbettato una proposta di dialogo”.
Tuttavia dopo il voto, il deputato di FI, Elio Vito, che aveva votato alla Camera a favore del testo Zan, si è dimesso da responsabile del Dipartimento Difesa e sicurezza con una lettera inviata a Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle respinge i sospetti sui presunti tradimenti mentre il leader dei pentastellati, Giuseppe Conte, punge chi applaudiva a Palazzo Madama: “Chi gioisce vada a dirlo al Paese”.