I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano un problema sociale di crescente importanza per la loro progressiva diffusione, anche per l’esordio sempre più precoce tra i giovani. La pandemia ha acuito il problema, portando i giovani a rinchiudersi nei propri spazi e svagare la propria frustrazione sul cibo.
Si stima che in Italia tali disturbi coinvolgono circa 4 milioni di persone, di cui il 90 per cento sono donne e oltre 2 milioni gli adolescenti. Negli ultimi decenni c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti le diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia: il 59% dei casi si riferisce a giovani di età compresa fra 13 e 25 anni di età, il 6% riguarda i minori di 12 anni.
Tra i principali disturbi relativi alla nutrizione e all’alimentazione si annoverano l’anoressia nervosa, nel 46% dei casi, la bulimia nervosa, nel 28% dei casi, e il disturbo da alimentazione incontrollata che riguarda il 15% del totale.
Il piano del Ministero della Salute
Il Ministero e Istituto Superiore di Sanità hanno iniziato una progressiva “riforma” del sistema, creando una piattaforma interattiva, dove sono censiti tutti i Centri dedicati alla cura dei Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
I dati del censimento diffusi indicano la presenza di 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui 112 pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato: 63 centri al Nord (di cui 20 in Emilia Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole.
A novembre 2022 il Ministero della Salute ha dato mandato all’Istituto Superiore di Sanità di avviare, in stretta collaborazione con le Regioni e Province Autonome, con le Associazioni di familiari e le Società scientifiche, anche le attività per il censimento delle Associazioni che operano per informare, sensibilizzare, offrire supporto a chi soffre di disturbi alimentari e ai familiari in difficoltà, rafforzare la collaborazione con le strutture dedicate alla loro cura, creando così una rete di protezione per contrastare tali disturbi e rispondere all’esigenza di intercettare sempre più precocemente i bisogni del territorio.