Qual è la scuola superiore più formativa nella propria città? O qual è quella che favorisce migliori performance nel contesto universitario e lavorativo? In questo periodo se lo stanno chiedendo migliaia di famiglie in relazione ai ragazzi che adesso frequentano la terza media e che devono cominciare a pensare al futuro. La Fondazione Agnelli, attraverso il portale Eduscopio, garantisce informazioni dettagliate elaborando i dati del Ministero dell’Istruzione sul percorso di 1,3 milioni di diplomati, in tre successivi anni scolastici, e sull’analisi di circa 7mila strutture.
A Milano spiccano l’Alexis Carrel, il Sacro Cuore e il Giovanni Berchet. Per quanto riguarda lo scientifico, la classifica vede in testa l’Alessandro Volta e il Leonardo Da Vinci. A Torino, i licei classici da cui escono più studenti universitari sono il Cavour e il Vincenzo Gioberti; per i licei scientifici spiccano il Galileo Ferraris e il Valsalice. Riscendendo lo stivale, i migliori licei a Firenze sono il Dante Alighieri e il Michelangiolo per il classico, e il Leonardo da Vinci tra gli scientifici. Nella classifica troviamo anche istituti tecnici. A Roma, per esempio, spiccano il Bachelet, indirizzo economico, e il Boaga, indirizzo tecnologico. Le scuole tecniche, nonostante l’intento professionalizzante, mostrano anche una discreta percentuale di ragazzi che prosegue negli studi, in media uno su tre.
La novità dell’edizione 2018 della ricerca riguarda l’aggiunta di un parametro: la percentuale di diplomati in regola, cioè il numero di studenti che hanno ottenuto il diploma nel tempo previsto di cinque anni. Il risultato dipinge una realtà ribaltata rispetto a ciò che ci potremmo immaginare. Più una scuola ha diplomati in regola e più essa sarà inclusiva. Viceversa, un numero maggiore di bocciati suggerisce che l’istituto è maggiormente selettivo. Non sempre gli studenti che escono da scuole più selettive hanno un percorso universitario più agevole. Anzi, dichiara Andrea Gavosto direttore della Fondazione Agnelli, “abbiamo individuato una correlazione positiva nell’andamento universitario proprio per gli studenti degli istituti più inclusivi, una scuola che boccia e allontana non necessariamente dà buoni risultati”.