Avrebbe dovuto lasciare la Russia lunedì mattina, con destinazione Ecuador, a cui ha chiesto asilo politico. Edward Snowden, l’ex consulente dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale Usa (NSA), è rimasto invece latitante a Mosca, dove ha fatto perdere le sue tracce. La “talpa” che ha reso noto al mondo come in America vengano registrati milioni di scambi telefonici in violazione della privacy e dei diritti civili non smette di fare stare sulle spine Obama e di incrinare i rapporti con Russia e Cina, quest’ultima responsabile di averlo lasciato partire da Hong Kong . Quello che ora si aspetta la Casa Bianca dalle autorità di Mosca è che valutino tutte le opzioni per espellere Snowden, affinché sia giudicato negli stati Uniti con l’accusa di diffusione di informazioni riservate.
Mentre tutto il mondo tiene gli occhi puntati sull’ex consulente NSA è il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, a dare notizie su di lui: in una conferenza stampa telefonica ha fatto sapere che il giovane si trova in un luogo sicuro, in continuo contatto con i suoi avvocati.
In Ecuador, intanto, si valuta la richiesta di asilo politico di Snowden: il ministro degli Esteri Ricardo Patino sente la pressione della Casa Bianca e ha definito la presunta sorveglianza Usa sui diversi paesi stranieri come un abuso verso i diritti del mondo intero. Proprio per bocca del ministro ecuadoregno ha preso voce Snowden che nella lettera di richiesta di asilo a Patino ha detto di non voler essere giudicato negli Stati Uniti perché non avrebbe luogo “un processo giusto”.
Cresce quindi la tensione diplomatica tra paesi: la mancata presenza della talpa del datagate sul volo per Cuba (da cui avrebbe raggiunto l’Ecuador) lascia intravedere chela Russiasta ancora valutando la richiesta di estradizione avanzata dagli Usa per Snowden. Dalla Cina, invece, un portavoce del governo ha dichiarato che le accuse di Washington sono senza fondamento.
Alessandra D’Acunto