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Datagate: Letta vuole “chiarimenti” sullo spionaggio Usa in Italia. E su twitter scoppia la polemica Greenwald-Riotta

di Anna Serafini23 Ottobre 2013
23 Ottobre 2013

Lo scandalo dello spionaggio Usa rimbalza da Parigi a Roma. Ieri il Ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha chiesto al segretario di Stato americano, John Kerry, in visita al Quai d’Orsay per discutere di Siria, di chiarire le rivelazioni di Le Monde secondo cui l’Agenzia per la sicurezza nazionale Usa ha intercettato 70,3 milioni di conversazioni telefoniche di cittadini francesi. La visita europea di Kerry prosegue oggi in Italia, dove oltre alla riapertura dei negoziati israelo-palestinesi dovrà riaffrontare pure il caso datagate. “L’America deve darci spiegazioni”, ha ammesso il Presidente, Enrico Letta, che con Kerry (e Emma Bonino, sua omologa italiana) avrà un vertice in giornata nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi.

Le proteste nazionali. Anche il Copasir, Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, e il Garante per la privacy insistono nel chiedere “chiarimenti”. Oggi il sottosegretario con delega ai servizi segreti, Marco Minniti, riferirà al Comitato di sicurezza per la Repubblica sull’attività di intelligence Nsa. Ieri il deputato Sel, Claudio Fava, membro del Copasir, aveva dichiarato che registrazioni simili a quelle documentate in Francia sono avvenute anche in Italia, e che i nostri “servizi segreti ne erano al corrente”. Affermazioni “personali”, secondo il presidente, Giacomo Stucchi (leghista) che ha ricordato l’incontro statunitense di tre settimane fa con i vertici Nsa, durante cui l’agenzia ha ammesso che nessuno in Italia, “né l’autorità politica, né la nostra intelligence, era stato messo la corrente di quello che la Nsa stava facendo”. E cioè: intercettazioni del traffico dati in uscita dall’Italia su gestori e provider internet Usa. C’è ancora molta luce da fare sull’attività di spionaggio americano, ma il vicedirettore della Nsa in quell’incontro al Washington DC metteva le mani avanti: “Sappiate che grazie al lavoro che facciamo qui abbiamo sventato 54 attentati. Uno proprio in Italia a Napoli nel settembre del 2010”, da parte di terroristi algerini.

Hollande: presenteremo la questione datagate in Europa. Lo spionaggio Usa riguarda tutta l’Europa, e l’Europa non può chiudere gli occhi. È intenzionato ad andare avanti, il presidente francese, François Hollande, che giovedì e venerdì incontrerà a Bruxelles gli altri 27 capi di Stato e di Governo. Al Consiglio europeo, che ha in oggetto l’agenda digitale Ue, Hollande solleverà anche la discussione sulle intercettazioni Usa. “I valori cardine europei, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo che includono il diritto alla privacy e alla sicurezza, contano tanto on-line che offline”, ha dichiarato  il Presidente della Commissione Ue in vista del summit. Esprimendo il punto di vista dell’esecutivo sui temi oggetto del vertice, ha aggiunto che: “le recenti rivelazioni sulle attività di sorveglianza hanno gettato ombra sulla fiducia dei cittadini Ue verso i servizi digitali”. È questo il motivo per cui, ammette Barroso, “dobbiamo combinare l’agenda digitale con un migliore quadro per la protezione dei dati e del diritto alla privacy”.

Greenwald vs Riotta, è scontro a colpi di tweet. Si sta per lanciare in un’avventura di 250 milioni di dollari, Glenn Greenwald, il giornalista del Guardian, responsabile della pubblicazione dei documenti top secret Nsa raccolti dalla talpa Edward Snowden e all’origine dello scandalo internazionale. La settimana scorsa ha annunciato la decisione di lasciare il quotidiano: aprirà online un sito d’informazione investigativa che si finanzierà grazie alle risorse (250 milioni appunto) di Pierre Omidyar, fondatore di Ebay. “Sarà una piattaforma mediatica destinata ad appoggiare i giornalisti indipendenti per consentirgli di andare alla ricerca della verità”, ha spiegato Omidyar. Ma da La Stampa arrivano le prime critiche al progetto e al giornalista, accusato da Giani Riotta di voler procedere alla pubblicazione senza “le precauzioni giornalistiche old media dei quotiadini, considerate obsolete”. Ed è guerra a suon di tweet. “Di tutte le cose che ho letto piene di bugie finora, questo editoriale è quello che ne contiene di più, e le più scontate», ha cinguettato Greenwald rivolgendosi a Riotta. Celere la replica dell’ex direttore del Sole 24 Ore: “’Bugie’ è una parola. Le discussioni dovrebbero essere un po’ più argomentate, anche per lei, signore”. In crescendo, il botta e risposta: “Hai inventato di sana pianta molti punti su come io ho pubblicato col Guardian e pubblicherò nella mia nuova esperienza”. E ancora: “Ma è normale per questo giornale pubblicare affermazioni tanto incaute e completamente false? Non c’è un briciolo di verifica dei fatti”. Ma l’ultima parola è della firma italiana: “Inzigato dai suoi groupies italiani @ggreenwald insulta, senza però argomentare su attivismo digitale, libera informazione e terrorismo”.

Anna Serafini

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