“Non ho mai scritto che Dante è un plagiatore e che Shakespeare sia meglio di lui ”. È lo stesso Arno Weidmann, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, a mettere fine alle polemiche su un suo articolo, pubblicato sul Frankfurter Rundschau in occasione del centenario della morte di Dante. Secondo le accuse l’intellettuale tedesco ha descritto il Sommo Poeta come arrivista e plagiatore. “Non ho mai attaccato Dante – ha affermato Widmann- Alighieri è il più grande esempio di poeta in esilio e la parte migliore della letteratura europea da Ovidio in poi. E sul paragone con Shakespeare mi sono rifatto al pensiero di Eliott, sostenendo che la letteratura si divide in due: da una parte Shakespeare, dall’altra Dante”.
Dopo la pubblicazione dell’articolo in l’Italia erano infuriate pesanti polemiche, con il caso portato dalla Lega al Parlamento europeo “per tutelare l’immagine del poeta toscano” e il ministro della Cultura Dario Franceschini che aveva twittato, ispirandosi alla Commedia: “Non ragioniam di loro, ma guarda e passa”.
“Si tratta di una truffa – ha commentato lo scrittore Roberto Saviano sul Corriere della Sera – Dante non è stato mai definito né arrivista né plagiatore”. Per l’autore di Gomorra si è trattato di un fraintendimento delle parole di Widmann: “Lo scrittore tedesco – dice Saviano – voleva solamente dire che è difficile leggere la Commedia per la complessità del pensiero medievale che sta dietro e che un testo letterario non nasce dal niente: vi sono tradizioni precedenti, ma questo non sminuisce la figura di Dante”. Nessun attacco al creatore della Divina Commedia dunque, ma – secondo quanto detto da Widmann – “solamente l’ennesima opportunità di gridare Italia per dire: noi siamo qui, voi siete lì”.