L’aereo è atterrato a Mosca. Sono fuori dalla Siria, fuori dalla guerra civile che sta vivendo ora, con molta probabilità, le sue fasi finali. Una novantina di cittadini russi e di paesi dell’ex Unione Sovietica sono stati fatti rimpatriare dal governo di Mosca a bordo di un aereo della Protezione Civile russa. L’operazione rientro era iniziata già a gennaio: in quell’occasione, furono 77 i russi rimpatriati. Anche l’alleato storico di Bashar al-Assad sembra non credere più alla rimonta delle forze lealiste.
Traffico di navi ed aerei russi. Due aerei dell’aviazione russa sono atterrati ieri nella città portuale di Latakia per consegnare, secondo le fonti ufficiali, circa 46 tonnellate di aiuti umanitari tra tende, letti e cibo. Allo stesso tempo, il Cremlino ha annunciato l’invio di altre quattro navi da guerra nelle acque del Mediterraneo per esercitazioni militari. Ma alcune fonti riservate, citate dalle agenzie di stampa russe, sostengono che questo dispiego di mezzi sia il preludio ad un’evacuazione su più ampia scala dei cittadini ancora in suolo siriano. Mosca non lo dice a chiare lettere – dare il via ad uno sgombero ufficiale equivarrebbe ad ammettere la caduta dell’alleato storico Bashar al-Assad – ma intanto mette in salvo, passo dopo passo, i suoi connazionali. Sul fronte diplomatico, la posizione del governo russo riguardo una eventuale soluzione politica del conflitto non cambia. La base negoziale, secondo quanto ribadito recentemente dal ministero degli Esteri russo, deve restare quella dell’intesa raggiunta l’estate scorsa a Ginevra, che prevede un governo di transizione perla Siria e una missione di peacekeeping sul terreno.
Colpita una residenza di Assad. Non era mai accaduto che le fonti ufficiali del governo ammettessero un simile attacco al cuore del potere. Eppure ieri il Palazzo d’Ottobre, una delle tre residenze di Bashar al-Assad, nella periferia nord-occidentale di Damasco, è stato raggiunto da colpi di mortaio che hanno danneggiato il muro di cinta. Non si tratta però del palazzo presidenziale vero e proprio: Assad risiede infatti sulla collina di Mezze, nel quartiere meridionale dove vive una forte minoranza alawita. Nel resto del paese, intanto, non cessano le violenze. Una nuova strage di bambini è avvenuta ad Aleppo, dove un attacco missilistico terra-terra di marca lealista ha causato una ventina di morti. Dieci di questi, ha riferito l’Osservatorio siriano dei diritti umani, sono minori di età sotto i 16 anni, mentre altre tre vittime sono donne. Nella città, le truppe dei ribelli e l’esercito siriano stanno combattendo duramente da giorni per il controllo dell’aeroporto.
Giulia Di Stefano