Italia-Tunisia solo andata. Sono sempre di più i pensionati che fuggono dal nostro paese alla ricerca di un luogo dove vivere un’esistenza più dignitosa e il paese nord-africano è diventato una delle mete più ambite dai nostri connazionali.
Secondo l’Inps nel 2013 sono stati 250 gli over 60 che hanno scelto la Svizzera del Maghreb per trascorrere la vecchiaia. Quasi cento in più rispetto al 2010. Ora si calcola che siano quasi un migliaio. Nella maggior parte dei casi si tratta di pensionati che in Italia prendono netti dai 500 ai 600 euro al mese, reddito che una volta trasferito in Tunisia è considerato lordo. Di questo l’80% è defiscalizzato mentre la base imponibile è solo sul 20% del rimanente, pari a circa il 6/7% del totale. Agevolazioni che esistono dal 2007 quando è entrata in vigore in Tunisia la legge 85 del 25/12/2006, frutto di una convenzione con il governo italiano che oltre ad un sostanzioso aumento del netto pensionistico, permette anche un abbattimento significativo del costo della vita grazie al cambio vantaggioso dell’euro sul dinaro tunisino.
Dall’affitto al cibo, ai trasporti alle bollette: I prezzi nel paese nord africano sono dimezzati rispetto ai nostri. Solo la sanità presenta lì qualche problema ma che non sembra essere così grave. “Se sto male prendo l’aereo e vengo a curarmi in Italia”, dicono molti anziani. La maggioranza di loro si stabilisce nei pressi delle località turistiche di Hammamet, Nabeul, Sousse e Mahdia ma è possibile trovarne tanti anche a Djerba o nei dintorni della capitale Tunisi. Insomma in Tunisia.
Maria Lucia Panucci