Due minuti e mezzo per illustrare il programma per i primi 100 giorni di governo. Il neo presidente ha affidato ad un breve video, diffuso dalla Cnn, un’agenda delle iniziative che la sua amministrazione metterà in atto nei prossimi mesi. Con un atteggiamento presidenziale, ormai lontano da quello delle campagne elettorali, Trump si è rivolto agli americani concentrandosi sul tema del lavoro.
Il primo punto riguarda infatti il commercio, in particolare la volontà di ritirare gli Usa dalla Trans-Pacific Partnership (Tpp), ovvero il trattato di libero scambio per il commercio per le economie del Pacifico. Il patto, firmato lo scorso febbraio ma non ancora ratificato, è un pezzo importante dell’eredità di Obama. Il neo presidente lo ha definito “potenzialmente disastroso” per gli Stati Uniti e ha annunciato di volerlo sostituire con accordi commerciali bilaterali. “Questo riporterà industrie e lavoro”, ha spiegato. C’è discontinuità, rispetto ad Obama, anche sull’energia. Il neo-presidente intende infatti cancellare le norme ‘verdi’ (in particolare lo sheil oil e il carbone pulito), che distruggerebbero posti di lavoro nel settore, per tornare ad incrementare invece la produzione di carbone e di gas naturale. Con questo cambiamento promette milioni di nuovi posti di lavoro con salari elevati. Si tratta di uno dei punti su cui più aveva fatto leva in campagna elettorale per raccogliere i consensi della working class del Centro e del Nord degli Stati Uniti.
A proposito dell’immigrazione, il presidente ha mostrato una linea dura. Chiederà infatti al Dipartimento del Lavoro di aprire un’indagine su tutti gli abusi del programma di visti che minacciano i lavoratori americani. “Ho chiesto al ‘transition team’ di lavorare per restaurare fin dal primo giorno ordine e giustizia”, ha spiegato.
I punti cardine del suo discorso dunque, rimangono in linea con le promesse fatte durante la campagna elettorale, ad eccezione della volontà di erigere un muro al confine con i Messico e quella di abolire l’Obamacare. Passaggi spesso rimarcati con insistenza durante la campagna, non sono però stati menzionati in questo primo programma. Per quanto riguarda la riforma sanitaria, in realtà, in un’intervista al “Wall Street Journal”, Trump ha spiegato di essere propenso a conservare almeno un paio di punti. Si tratta della possibilità per i giovani a carico della famiglia di utilizzare l’assicurazione sanitaria dei genitori e dell’impossibilità per le assicurazioni di negare l’assistenza sulla base di preesistenti condizioni di salute.
Nel frattempo continua il burrascoso scontro del presidente con i media. Lunedì, in un incontro a porte chiuse, Trump aveva accusato 25 rappresentanti delle maggiori reti televisive statunitensi di essere stati “disonesti” e avergli fatto la guerra: “In particolare CNN e NBC News sono stati i peggiori”. A turbarlo sembra essere l’impossibilità di avere una comunicazione diretta con gli americani, che non sia filtrata e quindi “storpiata” dai mezzi di comunicazione. Poche ore dopo è tornato ad all’attacco anche via Twitter. Nel mirino del suo ultimo intervento, coloro che tirano in causa la questione del conflitto di interessi: “Prima delle elezioni era ben noto che avevo interessi in proprietà sparse in tutto il mondo – afferma il presidente – e solo i media corrotti fanno di ciò una gran notizia”.