Dalla sala stampa di Sanremo: “Stasera la prima classifica”. Così Fabio Fazio alla conferenza stampa di questa mattinata. Intanto, nella categoria delle nuove proposte, le prime due eliminazioni: non ce la fanno la giovanissima Bianca e il ‘figlio d’arte’ Filippo Graziani.
La puntata di ieri ha dedicato poco spazio alla competizione artistica, specie a quella delle nuove proposte: i giovani hanno cantato dopo mezzanotte, nell’ultima mezz’ora della diretta. Dov’è finito il famoso largo ai giovani? Il presentatore risponde all’obiezione ricordando che il fil rouge del festival è storicamente il racconto televisivo, il format non è cambiato e anche tra gli ospiti è stato dato spazio ai nuovi talenti, specialmente nello sport.
Il leitmotiv della puntata di ieri sembra però essere stato la nostalgia di una televisione che non c’è più. Lo dimostra lo spazio dedicato ai due stacchetti delle Gemelle Kesler (classe ’36), e il lungo monologo di Franca Valeri (classe ’21). Lo stesso Rufus Wainwright, che avrebbe dovuto rappresentare un elemento di ‘rottura’ e novità, alla fine canta i Beatles. Tra gli altri c’è stato Baglioni, certamente una gloria della nostra musica, ma non il top per agganciare un pubblico più “fresco”. Gli ascolti calano, c’è chi parla di un tonfo. Rispetto all’anno scorso la seconda puntata ha ricevuto circa 2 milioni di telespettatori in meno. Fazio minimizza parlando di un dato prevedibile: “colpa della partita. Chi non seguiva noi, guardava il Milan”.
Poi c’è la Littizzetto, colonna portante di questo festival appesantito dalla ‘crisi’ e da una ‘romantica nostalgia’. La comica torinese questa volta fa arrabbiare il pubblico partenopeo, con una battuta che ieri faceva riferimento ai “napoletani che contrabbandano le Camel”. Nella conferenza stampa di oggi la Littizzetto ribatte così: “Se io sono politicamente corretta non faccio ridere” e puntualizza: “in politica si dicono cose ben peggiori e nessuno si indigna”.
Per concludere c’è il prefestival di Pif, leggero e dissacrante, che fa sorridere tutti quando ieri si fa parlare una stilista del luogo che, senza mezzi termini, sembra cogliere l’opinione di tutta la città sul festival: “è moscio” dice, “Si può dire questa parola?”