Internazionalizzazione dell’ateneo, introduzione di lezioni a distanza innovative, battaglia per sensibilizzare alla ricerca accademica. Sono i capisaldi attorno a cui ruoterà il prossimo mandato del rettore Giuseppe Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, riconfermato alla guida accademica della Lumsa dal Consiglio d’amministrazione.
Un quadriennio, quello scorso, in cui l’università alle spalle del Vaticano ha portato avanti tanti progetti che non smetteranno di essere coltivati. A partire dall’apertura agli studenti stranieri: il riconoscimento ricevuto dall’Unione Europea per le iniziative Erasmus messe a punto dalla Lumsa è servito da incentivo per fare più e meglio. “Siamo uno dei primi atenei italiani per internazionalizzazione ma c’è ancora molto da fare per incrementare la mobilità di studenti e docenti” ha detto il Rettore, che punta ad ottenere il rilascio di titoli congiunti dalle università straniere e, nel frattempo, a estendere i corsi in lingua inglese, laddove sia possibile, a tutta l’offerta formativa.
“Vogliamo sperimentare lezioni a distanza che siano qualcosa di nuovo e diverso rispetto alle università telematiche”: ecco un altro degli obiettivi che il professore Dalla Torre si prefigge, proponendo ai suoi studenti, e in particolare a quelli che hanno maggiori difficoltà, “un intervento misto” di lezioni frontali e telematiche, che siano “laboratorio per l’ateneo e per il sistema universitario nazionale”.
Il nuovo mandato del Rettore Dalla Torre si apre con un evento importante per la Lumsa: l’occasione di consegnare al Cardinal Gianfranco Ravasi la laurea honoris causa il prossimo 22 novembre. “Credo che Ravasi sia un ottimo comunicatore perché è un ottimo biblista: attraverso lo studio della Parola con cui Dio ha parlato agli uomini, riesce a dire con semplicità e immediatezza concetti di per sé complessi”, ha commentato il Rettore.
Tante idee in cantiere per il futuro Lumsa: tra queste, non ultima, sensibilizzare la società civile alla ricerca, prendendo esempio da quanto accade nei paesi anglosassoni dove c’è una cultura in questo senso molto più spiccata. E riaffermare la natura “libera” dell’ateneo nonostante il restringimento dell’autonomia delle università non statali.
Alessandra D’Acunto