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Dal «Grillo asfaltato» al «trionfo di Renzi»: le prime pagine dei quotidiani

di Federico Capurso26 Maggio 2014
26 Maggio 2014

giornali2L’Europa si è svegliata questa mattina nel pieno di un “terremoto”. O almeno, così sembrerebbe leggendo le prime pagine dei quotidiani italiani. Eppure, nonostante fosse stata annunciata in campagna elettorale una rivoluzione anti-tedesca, anti-euro, anti-laqualunque, nonostante la ventata di scetticismo in cui sono convolate confusamente autarchia, ultranazionalismo e xenofobia, nonostante tutto, hanno vinto di nuovo i Popolari di Jean-Claude Juncker, riconfermando la loro leadership al Parlamento Europeo, l’idea dell’Euro, dell’Unione Europea, delle politiche di rigore. Insomma, ognuno ha guardato agli smottamenti del proprio giardino, come testimoniano (anche) le prime pagine dei giornali italiani.
Sempre istituzionale, forse al limite dell’ovvietà, il titolo d’apertura del Corriere della Sera: «Vince Renzi (…), battuto Grillo». Massimo Franco firma invece l’editoriale, con cui scrive l’epitaffio del Movimento 5 Stelle: «una gigantografia della crisi del sistema, non la sua soluzione», mentre viene risolta in uno “strillo” la debacle di Forza Italia – mai così debole (16,5%) – e «l’amarezza dell’ex Cavaliere» che invita i suoi a «cambiare subito». Sulla scia del Corriere, vanno Il Fatto Quotidiano e i romani Il Tempo e Il Messaggero, che con distacco testimoniano la vittoria dei democratici nel duello Renzi-Grillo. Meno sobri La Nazione, l’Unità, Il SecoloXIX e La Stampa, che tra un entusiastico «stravinto» e un «Renzi vola» mettono comunque in risalto il momento di «grande responsabilità» che grava sul premier.
Di diverso avviso Il Giornale di Alessandro Sallusti, che esulta per la sconfitta di Grillo «asfaltato» e rimette persino in sella Silvio Berlusconi, che «riesce a tenere in gioco Forza Italia». Anche qui, spazio marginale ai risultati negli altri paesi europei se non per un «terremoto a Parigi e Londra» nel sommario, spiegato poco più avanti con un: «Voto contro la Merkel». Non molto lontano viaggia Libero, di Vittorio Feltri, che dopo aver fantasiosamente pronosticato una delusione per il Pd e un calcione alla Cancelliera tedesca, oggi glissa con una proiezione sul futuro aperto di Forza Italia, con Marina Berlusconi sempre più vicina a un’entrata in politica.
Il Manifesto, sostenitore della lista “L’altra Europa con Tsipras”, sulla consueta foto di grande formato in cui è raffigurato il leader Alexis Tsipras all’uscita dal seggio, titola «Kalispera», un “buonasera” d’arrivo al foto-finish, con quella soglia di sbarramento del 4% superata con il fiato trattenuto fino all’ultimo minuto.
Uniche menzioni d’eccezione, nel “localismo” regnante dei quotidiani nostrani, vanno a Repubblica che apre con il «terremoto Le Pen in Francia»; al Sole24Ore, anch’esso con lo «shock francese in Europa» in primo piano; e un po’ anche a La Padania, sempre attenta ai movimenti antieuropeisti cui inneggia il segretario della Lega Matteo Salvini, vero e proprio artefice della resurrezione del partito, risollevatosi con un ottimistico 6%.
Ci sono poi i dimenticati. I Verdi di Ska Keller, che in Europa sarebbero il quarto partito ma in Italia prendono lo 0,9%, in compagnia di Fratelli d’Italia e Italia dei valori, anche loro a mani vuote a Bruxelles, e persino l’Ncd di Angelino Alfano, che pur avendo superato bene il quorum con il 6,5%, viene menzionato così raramente nei titoli d’apertura che il Giornale gli dedica un «Alfano nei guai: rischia di sparire».

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