Dopo il faticoso accordo raggiunto dalla maggioranza sulla questione migranti, che ha fatto emergere polemiche e divisioni, sono diverse altre le spine per il governo: da Tav e Tap, ai fondi d’invalidità fino alle alleanze in vista delle elezioni europee 2019.
Partendo dalla Tav, sembra che si stia andando verso una analisi tecnica negativa sul rapporto tra costi-benefici. L’analisi è contenuta nella relazione consegnata al governo, definita ancora una “bozza preliminare”. Fonti del governo precisano che nessuna decisione è a oggi presa e quindi si prende ancora tempo. Il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato in un’intervista a Rtl che se “l’analisi dei tecnici fosse negativa, nessuno di noi vorrebbe né potrebbe fermare una richiesta di referendum”. L’altro vice presidente Luigi Di Maio ha invece affermato di non aver letto nessuna relazione, ma che “il Movimento è contro quell’opera”.
Sulle trivellazioni nel Mar Jonio, il ministero per lo Sviluppo Economico ha preparato un emendamento ‘blocca-trivelle’ al Dl Semplificazioni che prevede, per un “termine massimo di tre anni”, la sospensione dei permessi. Grazie alle modifiche – dichiara il Mise – “sarà impedito il rilascio di circa 36 autorizzazioni, compresi i tre permessi rilasciati nel mar Jonio“.
Stamattina in Puglia ci sono state proteste del movimento che si oppone al completamento del gasdotto Tap. Salvini dichiara che il “Tap va avanti”.
Per quanto riguarda le pensioni d’invalidità, è scontro tra i due alleati di governo. Di Maio aveva parlato di un aumento dei fondi rispetto ai circa 280 euro attuali ma stando alle bozze andrà solo a chi rispetta i paletti validi per tutti gli altri percettori del sussidio. Salvini, di conseguenza, ha minacciato di non votare il decreto sul reddito di cittadinanza se non si troveranno fondi aggiuntivi.
Infine, in viste delle Europee 2019, sembra che nell’incontro di ieri tra Salvini e il leader nazionalista polacco Jaroslaw Kaczynski non sia stato trovato nessun accordo per la formazione di un gruppo unico al Parlamento europeo. I Cinque Stelle, invece, con i loro alleati sono uniti dalla democrazia diretta, ma hanno anche posizioni divergenti su altri temi come aborto e diritti omosessuali.