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Da Berlusconi ultimo colpo al Patto del Nazareno: contro “l’arroganza del Pd” domani il no alle riforme

di Samantha De Martin09 Marzo 2015
09 Marzo 2015

silvio

Il Cavaliere annuncia il proprio no al disegno di legge Boschi sulle riforme costituzionali che domani riceverà lo scrutinio finale alla Camera, consumando gli ultimi brandelli di un Patto del Nazareno definitivamente consunto e inneggiando a una nuova fase di un centrodestra unito, pronto “a ritornare alla guida del Paese”.

Conclusa l’esperienza ai servizi sociali alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, in attesa del verdetto della Cassazione su Ruby previsto per domani, l’ex presidente del Consiglio, intervenendo telefonicamente a Bari alla manifestazione in sostegno del candidato del centrodestra alla presidenza della regione Puglia, Francesco Schittulli, ribadisce il proprio disaccordo con linea percorsa dalla maggioranza. Il Cavaliere critica aspramente l’“arroganza del Pd”, prende le distanze da quello che definisce “il pasticcio del Senato” e rinnova l’attacco al Governo, “presieduto da un segretario di partito non eletto dai cittadini, che ha promesso tanto e realizzato poco”. “Ogni corsa solitaria – ha ribadito il leader di Forza Italia – ogni cedimento al narcisismo politico individualista, condannerebbe tutti i moderati, tutti gli elettori della nostra parte politica, all’irrilevanza”. Il leader azzurro lancia così un messaggio ai colleghi del centrodestra, rinnovando il proprio invito all’unità. Tuttavia resta lampante la crepa che scivola attraverso Forza Italia, come emerso anche ieri nel corso della convention a Bari, con Giovanni Toti e Maurizio Gasparri in rappresentanza del partito, Adriana Poli Bortone, Gaetano Quagliariello portavoci dell’Ncd e Raffale Fitto che, da Palermo, palesa in maniera sempre più marcata il proprio distacco da Berlusconi. La guerra interna tra Fitto e il Cavaliere potrebbe combattersi anche a suon di carte bollate: l’uomo forte di Puglia, infatti, accusando il leader di rinchiudersi “nel bunker” e lamentando l’esclusione dei fittiani dalle liste da parte dei fedelissimi dell’ex premier, starebbe pensando di rimuovere il logo Forza Italia alle prossime regionali.

Su questi focolai che innescano disaccordi e spaccature all’interno di Forza Italia soffiano le divisioni interne al partito sulle riforme, che potrebbero palesarsi domani quando una quarantina di parlamentari di Fi potrebbero optare per un sostegno a Renzi votando il proprio consenso alle riforme nel tentativo di “rianimare” il Patto del Nazareno. “Noi avevamo creduto fino in fondo al Patto, accettando sulle riforme cambiamenti che non ci piacevano e che ci siamo resi conto servivano solo a rafforzare un’unica parte politica” ha dichiarato Berlusconi tuonando contro un Renzi che ha violato i patti “che avrebbero dovuto porre fine alla guerra civile che da 20 anni divide il Paese”.

A scongiurare l’ipotesi relativa alla presenza dei dissidenti forzisti, favorevoli alle riforme del governo Renzi, Giovanni Toti che ribadisce la “compattezza” sulla legge elettorale e sulle riforme espressa dal gruppo Fi che “voterà compattamente – spiega Toti – nella sua grande maggioranza secondo le indicazioni del presidente Berlusconi.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, rassicura che il Pd andrà avanti lo stesso: “Che poi Berlusconi si sottragga al voto dopo aver approvato la riforma risulta difficile da capire, ma ce ne faremo una ragione” assicura il sottosegretario.

“Abbiamo già rotto il Patto del Nazareno perché sostanzialmente Renzi nel metodo per la scelta

del Capo dello Stato non ha tenuto conto del sostegno che Forza Italia stava dando al percorso delle riforme” ha commentato la deputata di Forza Italia, Renata Polverini, intervenendo ad Agorà Rai Tre.

Il disegno di legge del governo che verrà votato domani ridisegna un Senato non più eletto dai cittadini, ma dai Consigli regionali e composto da 100 membri: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 illustri personalità indicate dal Colle. Il nuovo Senato avrà il compito di raccordo tra Stato, Regioni e Comuni con potere di voto solo per riforme e leggi costituzionali, leggi elettorali degli enti locali e ratifiche dei trattati internazionali.

Samantha De Martin

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