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Oms, in Ue un giovane su sei
è vittima di cyberbullismo
"Servono strategie globali"

Età media tra gli 11 e i 14 anni

"È un campanello d'allarme"

di Lorenzo Sivilli27 Marzo 2024
27 Marzo 2024
Cyberbullismo

Una vittima di cyberbullismo | Foto Pexels

ROMA – La diffusione del cyberbullismo sembra inarrestabile, soprattutto tra i più giovani. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che testimonia come un adolescente su sei, in Europa, sia vittima di episodi di bullismo online. Da messaggi intimidatori e aggressivi a divulgazione di foto e video senza consenso, per il puro piacere di schernire.  

I dati emergono dal rapporto “Health Behaviour in School-aged Children” (Hbsc) che fotografa una situazione in netto peggioramento. L’età media delle vittime è compresa tra gli 11 e i 15 anni, così come tra coloro che compiono atti di cyberbullismo. Se il fenomeno cresce su internet, rimane pressoché invariato fuori dalla rete. Secondo il report, le vittime di bullismo offline si attestano all’11%, mentre gli adolescenti che dichiarano di “aver bullizzato” sono circa il 6%, con una maggiore prevalenza tra i maschi (8%) rispetto alle femmine (5%). Inoltre, circa il 10% dichiara di essere rimasto coinvolto in scontri fisici. In Italia, in particolare, l’indagine segnala come il fenomeno sia meno diffuso della media, con percentuali tra le più basse registrate in Europa.  

“Questo rapporto è un campanello d’allarme per tutti noi”, ha commentato il direttore dell’ufficio europeo dell’Oms Hans Henri P. Klunge, spostando il focus sulle conseguenze significative che si possono riscontrare anche con piccoli cambiamenti nei tassi di bullismo e violenza. “Dall’autolesionismo al suicidio – ha aggiunto – abbiamo visto come il cyberbullismo possa devastare la vita dei giovani e delle loro famiglie”.  

Per combattere il fenomeno l’Oms punta sul ruolo della scuola, proponendo la necessità di garantire “ambienti sicuri e favorevoli per crescere”. “Il mondo digitale, pur offrendo opportunità di apprendimento, amplifica le sfide – ha detto la coordinatrice dello studio Hbsc Joanna Inchley – ciò richiede strategie globali per proteggere il benessere mentale ed emotivo dei giovani”. 

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