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Cyberbullismo: 58% giovani
ha incontrato dal vivo
autore di minacce online

Ricerca presentata da Microsoft

in occasione del Safer Internet Day

di Dino Cardarelli07 Febbraio 2017
07 Febbraio 2017

Il 51% delle persone ha incontrato dal vivo l’autore di una minaccia online. Questa percentuale sale però al 58% se si parla dei più giovani. Sono dati allarmanti, quelli che emergono dallo studio sul cyberbullismo Microsoft Digital Civility Index, presentato a Roma in occasione del Safer Internet Day, durante l’incontro “Educazione civica 4.0: vivere bene con gli altri anche in Rete”, organizzato da Microsoft Italia, Fondazione Mondo Digitale, De Agostini Scuola e Polizia Postale e delle Comunicazione, con il patrocinio dell’Assessorato Roma semplice. Alla presentazione del rapporto, che analizza attitudini e percezioni di adolescenti ed adulti di 14 Paesi rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online, hanno preso parte oltre 250 studenti e docenti di varie scuole italiane.

Nella ricerca è stata esaminata l’esposizione degli intervistati a 17 rischi online relativi a quattro aree: comportamento, reputazione, invadenze sessuali e personali. Il risultato è stato che almeno il 65% degli intervistati è stato vittima di almeno uno dei principali rischi online, in particolare subendo contatti indesiderati (43%) o molestie (41%). Un dato che sale fino al 78% se si includono anche esperienze di amici e familiari. Il 62% ha inoltre dichiarato di non sapere dove trovare aiuto quando si imbatte in un rischio online, mentre il 48% dei giovani sa invece a chi rivolgersi in caso di necessità.

Tra le conseguenze principali legate all’aver corso rischi online, la ricerca evidenzia, oltre ad un aumento generale del livello di stress (che riguarda almeno il 23% degli intervistati), altre reazioni rilevanti, ovvero la perdita di fiducia nelle persone reali, problema che riguarda almeno il 30% delle persone coinvolte nell’indagine, o anche la perdita di un amico, capitata nel 18% dei casi. Va infine evidenziato che il 42% ha ristretto le impostazioni relative alla privacy sui social media mentre il 21% ha ridotto la condivisione di informazioni personali.

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