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Catalogna giorni di protesta
per l'arresto dei due Jordi
palazzi statali assediati

Misure cautelari anche per Trapero

Rajoy sposta ultimatum a giovedì

di Valerio Del Conte17 Ottobre 2017
17 Ottobre 2017

Continuano a diminuire i margini di negoziazione tra il governo spagnolo e quello catalano. A mezzogiorno sono cominciate in tutte le città della Catalogna numerose proteste davanti a municipi e luoghi di lavoro. A Barcellona, di fronte alla sede del Govern, spicca tra la folla anche Carles Puidgemont. Il motivo delle agitazioni sono gli arresti, con l’accusa di sedizione, del leader dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC), Jordi Sánchez, e del capo di Òmnium Cultural, Jordi Cruixart.  Lo ha deciso la giudice Carmen Lamela dell’Audiencia Nacional, tribunale di Madrid, in relazione ai fatti del 20 e 21 settembre. In quei giorni, migliaia di persone accerchiarono alcuni edifici governativi di Barcellona, impedendo alla polizia spagnola, che era entrata per sequestrare materiale relativo al referendum, di uscire per diverse ore. I “due Jordi”, come vengono chiamati in patria, sono accusati di aver coordinato i manifestanti. Per sedizione era indagato anche il capo dei Mossos, Josep Trapero, per il quale la procura aveva presentato una richiesta di arresto avanzata. Il tribunale spagnolo ha deciso, però, solo alcune misure cautelari, tra cui l’obbligo di firma ogni 15 giorni e il ritiro del passaporto. Intanto la Cup, l’ala sinistra del fronte secessionista, ha indetto oggi uno sciopero generale in Catalogna “a tempo indefinito”. “Ci sono le condizioni per proclamare la Repubblica”, ha detto la dirigente Cup Mireia Boya.

I due Jordi. Poco tempo dopo l’annuncio della carcerazione preventiva dei due Jordi, entrambi hanno pubblicato sui social un video, girato in caso di arresto, in cui invitano i sostenitori a continuare la lotta pacifica per l’indipendenza della Catalogna. Jordi Cruixart è a capo di Òmnium, nata negli anni Sessanta con l’obiettivo di promuovere la lingua e la cultura catalana. Dal 2012, però, l’associazione ha abbracciato la causa indipendentista. Jordi Sánchez, invece, è il leader dell’ANC, nata tra il 2011 e il 2012, a seguito della bocciatura di diversi articoli dello Statuto di Autonomia catalano da parte della Corte Costituzionale spagnola. L’ANC è ora l’organizzazione indipendentista più influente.

La reazione di Puigdemont. “La Spagna incarcera i leader della società civile della Catalogna per avere organizzato manifestazioni pacifiche. Purtroppo ci sono di nuovo prigionieri politici”, ha commentato così il presidente catalano Carles Puigdemont. In un altro tweet, l’indipendentista scrive: “L’incarcerazione di Jordi Sánchez e Jordi Cruixart è una notizia molto brutta. Voglio incarcerare le idee, ma rendono più forte la nostra necessità di libertà”. L’arresto preventivo dei due Jordi, personaggi molto popolari in Catalogna, ha portato a molte critiche anche dai partiti politici non indipendentisti. Il leader del Partito Socialista Catalano ha definito la decisione dell’Audiencia Nacional “sproporzionata”, mentre per la sindaca di Barcellona, Ada Colau, vicina a Podemos, si tratta di un “grave errore che ci allontana dal dialogo”.

La risposta dei costituzionalisti. Il premier spagnolo Mariano Rajoy, dal canto suo, “deplora profondamente” la scelta di Puigdemont di sorvolare sull’ultimatum di martedì scorso che anticiperebbe l’attivazione dell’articolo 155 della Costituzione. In una lettera al leader catalano, Rajoy ha spostato la scadenza alle 10 di giovedì, a seguito del quale verranno applicate le “misure costituzionali”. La vicepremier Soraya de Santamaria ha confermato il nuovo ultimatum e ha affermato: “Puigdemont ha ancora la soluzione nelle sue mani per rispondere sì o no” alla richiesta di chiarimenti sull’indipendenza. “Nessuno nega il dialogo – afferma la vicepremier – ma deve svolgersi dentro la legge, con massima chiarezza, e nel Congresso dei deputati. Il dialogo non si esige, si pratica”. Il vicepresidente della Catalogna, Oriol Junqueras, ha risposto che il dialogo non può avvenire in un clima di repressione crescente. Puidgemont ha preso tempo chiedendo di fermare la repressione contro i cittadini catalani e ha poi proposto due mesi di dialogo ed un confronto diretto con Rajoy.  “Questo uomo è un incosciente”, ha risposto su Twitter Xavier Albiol, leader del Partito Popular del premier.

Ieri sera già si sono tenute molte proteste spontanee in varie città della Catalogna. Per questa sera alle 20, invece, è stata già convocata una grande manifestazione.

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