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Il cuore nero dei millennial italiani

di Simone Alliva18 Dicembre 2017
18 Dicembre 2017

Ragazzi fanno il saluto romano durante il concerto "La tana delle tigri", organizzato da Casapound, nel parco di Colle Oppio a Roma, 21 maggio 2016. ANSA/DOMENICO PALESSE

“Mi hanno messo in mano un volantino di Blocco Studentesco, l’ho rifiutato. Hanno notato che avevo la spilletta dell’azione antifascista sulla spalla dello zaino. Mi hanno spintonato. Poi un altro ha detto “avanti camerati”, dopo un secondo me li sono trovati addosso. Pugni, calci. Poi è arrivato uno più grande, immagino di CasaPound, e li ha portati via”. Succede a Roma, in pieno giorno, Pietralata, stazione metro della periferia.

La scena raccontata da Stefano, 17 anni, a Lumsanews sembra surreale ma come scrive Tommaso Cerno, condirettore di Repubblica, che nell’ultimo mese ha dovuto subire il blitz di Forza Nuova contro la sua redazione e contro quella dell’Espresso è “destinata a ripetersi ancora. Perché ci mostra il salto di qualità che i gruppi neonazisti stanno facendo in Italia, coscienti che la pregiudiziale contro di loro è caduta e che a destra ormai il ritorno di slogan, sigle e simboli che credevamo sepolti dalla storia è considerata normale da molti italiani”

Dall’irruzione dei militanti del Veneto Fronte Skinhead alla riunione di Como Senza Frontiere. Dall’esposizione della bandiera del Secondo Reich nella caserma di Firenze passando per l’aggressione di Roberto Spada al giornalista di Nemo a Ostia. È una questione di clima quella che fa la differenza. Non che non sia mai successo prima: negli ultimi anni però le aggressioni sono in aumento. Dal 2011 a oggi, fra militanti e simpatizzanti di Casapound, sono stati arrestati in 20. Ogni tre mesi uno è finito in manette. Nello stesso arco di tempo i denunciati sono stati 359: uno ogni cinque giorni. Come riporta l’Espresso, in un pezzo a firma di Paolo Fanatuzzi.

Ma è il mondo giovanile, quello dei millennial, a subire il fascino della galassia nera. Figli di CasaPound e Forza Nuova, militanti dei rispettivi movimenti giovanili Blocco Studentesco e Lotta Studentesca che nelle scuole fanno incetta di voti.

Lo dicono i numeri: l’organizzazione giovanile di CasaPound è sempre più determinante nelle scuole superiori di tutta Italia: 56mila preferenze prese nei licei e negli istituti e oltre 200 tra rappresentanti d’istituto e alle consulte provinciali.

Ma chi sono questi militanti che si chiamano camerati e si salutano con l’avambraccio. Riconoscerli da una divisa è impossibile: non ce l’hanno. Teste rasate e Ray-ban a goccia specchiati sono immagini archiviate da tempo. I ragazzini di 15-17 anni che distribuiscono volantini (“Resisti al sistema”) che invitano a “liberare la scuola, anche fisicamente, dall’ignoranza fascista” sono indistinguibili da migliaia di loro simili. Per capire meglio questa nuova “giovane Italia” bisogna cominciare a immergersi nel loro programma scolastico: temi come l’aumento del numero e dei poteri dei rappresentanti degli studenti o l’abolizione del voto in condotta si incrociano con la rivisitazione del ventennio e con la lotta all’antifascismo.

Su instagram basta digitare l’hashtag #fascistlove #instaduce, #instafascio, #duxmealux o #disperatoamore per accedere ad un universo parallelo: la note sono quelle canzoni degli ZetaZeroAlfa – gruppo musicale di Gianluca Iannone leader di Casapound, le foto dei tifosi di Lazio e Roma a braccia tese, il folklore quello degli adolescenti che inneggiano a Mussolini.

C’è sempre violenza. Basta leggere le 352 pagine dell’informativa dei carabinieri del Ros sulla scuola di razzismo e indottrinamento all’odio nella sede di Forza Nuova di via Amulio nella Capitale. Rinvio a giudizio per il prossimo gennaio per “incitamento all’odio razziale” diversi esponenti del movimento neofascista. Nel faldone firmato dal pm Sergio Colaiocco si capisce da subito quanto il movimento di estrema destra punti sui giovani. “A me la cosa che interessa di più so’ i ragazzini, i ragazzini”: sono le parole di uno dei leader della sede storica del partito in via Amulio a Roma.

Nelle carte si legge che all’interno della sezione di Fn in via Amulio si insegna “l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi, nonché il ricorso alla violenza come mezzo di risoluzione delle controversie”.

Sono i bengalesi le vittime prescelte dei pestaggi da parte dei ragazzi dell’estrema destra: “Frequenti le aggressioni – annotano i Ros – nei confronti di cittadini bengalesi, tanto che alcuni degli escussi hanno affermato addirittura di evitare di frequentare quella zona (intorno alla sede di Fn) proprio per il timore di incappare nelle aggressioni ”

Nel mirino dei millennial dal cuore nero restano i giovani di sinistra. È il caso di Raffaele Biondo, 19 anni, per moltissimo tempo rappresentante degli studenti del liceo scientifico Antonio Labriola di Ostia, il 24 maggio 2016 è stato aggredito da un ragazzo di Blocco Studentesco accompagnato da altri otto militanti all’uscita da un locale di Casal Palocco. “Nel parcheggio ho incontrato otto ragazzi di Blocco studentesco e abbiamo cominciato a discutere della giornata della cultura che si era svolta il giorno prima in piazza Anco Marzio in maniera abbastanza tranquilla” racconta Raffaele. “All’improvviso uno degli studenti di Blocco Studentesco ha chiesto se ero antifascista”. Al sì di Biondo, la reazione violenta: “Allora sei un uomo di merda”, seguita da una testata sulla bocca. “Ho cominciato a vedere tanto sangue e piegato dal dolore non ho reagito”, racconta il ragazzo. Pronto soccorso, un dente rotto, sei giorni di prognosi. Ha presentato un esposto alla polizia, ma continua a ricevere minacce e insulti.

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