Leonardo La Rosa è presidente dell’associazione Arte e Cultura e direttore del museo didattico privato “Leonardo Da Vinci Experience”, dalla sua apertura nel febbraio 2017. Sta curando un nuovo progetto per un museo sui gladiatori intitolato “Gladiator Museum”.
Come è nata l’idea del Museo di Leonardo, perché vi è stata affiancata la parola “experience”? Come si articola?
L’idea di un museo su Leonardo Da Vinci che, oltre che sui suoi dipinti, si concentrasse sulle sue invenzioni è arrivata per la nostra volontà di incrementare l’offerta culturale disponibile sul “Genio” fiorentino. Con le proiezioni, gli approfondimenti e la meccanica si crea l’esperienza a 360 gradi del visitatore.
Dallo scorso febbraio ad oggi, quanti sono stati i visitatori? Avete rilevato un feedback positivo?
Preferisco non entrare nei numeri, ma dire che il nostro museo sta riscuotendo un gradimento altissimo da parte di tutte le categorie di fruitori: scuole, turisti, pellegrini, visitatori più classici. Vantiamo le riproduzioni pittoriche più fedeli al mondo di tutte le opere di Leonardo, tutto il mondo parla del nostro museo sia per gli elementi del nostro percorso espositivo che per la sua straordinaria posizione. Siamo molto soddisfatti e vogliamo continuare a migliorarlo e arricchirlo in vista delle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo che cadrà nel 2019.
Una delle modifiche più radicali per il mondo dei musei italiani è stata la Legge Franceschini del 2014. Cosa ne pensa? Approva le modifiche proposte (autonomie, concorsi pubblici per i direttori), pensa che abbiano aiutato la valorizzazione museale?
Il nostro è un museo privato, entro nel merito solo per dire che è ancora presto per fare una valutazione complessiva del suo eventuale impatto: concordo certamente sui concetti di nuova efficienza, ammodernamento e valorizzazione.
Da qualche tempo la rivoluzione tecnologica e social delle strutture museali ha portato il mondo della cultura a parlare di spettacolarizzazione, marketing e svuotamento di contenuti. Anche il Museo di Leonardo non rientra nella tipologia canonica di museo, lei cosa ne pensa?
Ritengo che la rivoluzione tecnologica sia una grande opportunità, non c’è uno svuotamento di contenuti, semmai linguaggi più fruibili, comunicazione più attrattiva, al passo coi tempi, pensata anche per le nuove generazioni. Crediamo con convinzione alla formula cultura-tecnologia-intrattenimento.