ROMA – Non ci sono sconti da parte del Csm. La consigliera laica, Rosanna Natoli, eletta in quota Fratelli d’Italia, è stata sospesa dall’organo di autogoverno con 22 voti a favore, sei contrari e due astenuti. L’avvocata si era già dimessa dalla commissione disciplinare del Csm lo scorso 17 luglio.
A giocare un brutto scherzo alla donna è stata la vicinanza con il presidente del Senato Ignazio La Russa e gli incontri con la giudice Maria Fascetto Sivillo. “Contro di me c’è stata una campagna di fango”, ha detto durante il suo intervento di questa mattina, 11 settembre, prima della votazione al palazzo dei Marescialli. Per la consigliera non è ancora stato sfondato il soffitto di cristallo pieno di pregiudizi che circonda una donna eletta dal Parlamento e arrivata al Consiglio superiore della magistratura, solo perché amica di La Russa “e non per le sue competenze e capacità”. Secondo il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli la condotta della donna “appare sussumibile nel reato di rivelazione di segreto d’ufficio”, per la “violazione dei doveri di imparzialità e terzietà”, ha detto durante il suo intervento al plenum, prima della votazione.
L’indagine
L’avvocata avrebbe rivelato, infatti, contenuti sull’inchiesta nella quale era coinvolta una magistrata sotto procedimento, Maria Fascetto Sivillo, in un faccia a faccia sconveniente rispetto al ruolo ricoperto. Ad incastrare Rosanna Natoli sono stati alcuni audio registrati di nascosto dalla stessa giudice Sivillo. Natoli aveva, infatti, convocato nel suo studio la giudice catanese, già condannata in primo grado per tentata concussione e accusata davanti al tribunale dei giudici di aver usato la qualità di magistrato “al fine di conseguire ingiusti vantaggi”. Durante le conversazioni Natoli le proponeva suggerimenti su come difendersi violando, di fatto, il segreto della camera di consiglio del Csm.
La difesa di Natoli
“Non mi dimetto, non accetto processi sommari”, ha detto nel suo intervento in corso al plenum del Csm. “Nessun atto di indagine è stato compiuto dalla Procura di Roma e non può una perizia di parte, per di più non giurata, e depositata da una parte che ha numerosi procedimenti penali e disciplinari” avere valore di prova in quanto “è un atto che non ha alcun valore probatorio”. Secondo la donna “la mia sospensione avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm”.